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"Chez nous" il film contro Marine Le Pen

"Chez Nous", un film contro Marine Le Pen: è polemica per l'ultimo tentativo di arginare la Le Pen ed il Front National

"Chez nous" il film contro Marine Le Pen

Marine Le Pen al centro di una polemica cinematografica in quella che sarebbe un'istantanea sul Front National. L'ammissione al riguardo è dello stesso regista dell'opera, il quale ha cercato di rappresentare il "populismo" attraverso una storia metaforica, ma che cerca palesemente di mettere in guardia la popolazione francese dai presunti rischi di un'affermazione di Marine Le Pen alle prossime presidenziali.

L'ambientazione del film è quella del Nord della Francia, un perimetro elettorale nel quale la Le Pen ha conquistato la maggior parte dei suoi consensi. I sondaggi, ad oggi, danno la candidata espressione del Front National al 50% in quella che una volta era la punta dell'esagono rosso, l'estremo nord dei confini francesi da sempre colorato di rosso socialista. Il film, in effetti, sembra girato ad Hénin-Beaumont, il comune nel dipartimento del Passo di Calais, roccaforte del lepenismo. La trama è provocatoria: un candidato dell'estrema destra, supportata da un partito similare al Front National. La tempistica dell'uscita del film, inoltre, suggerisce uno scopo preciso: usare una singola storia per denunciare quello che sarebbe un macroproblema della politica d'oltralpe. Il regista, del resto, non ha affatto nicchiato al riguardo.

La trama è, del resto, provocatoria: Pauline, la protagonista, è un'infermiera, simpatizzante della sinistra ed assolutamente estranea al razzismo, al sovranismo, alle tematiche che il regista indirettamente accosta al Front National.Sino a che non interviene Philippe Berthier, un medico che ha assistito suo padre fino alla morte. Questi è un esponente del«Bloc patriotique», convince Pauline a candidarsi a Sindaco del paese che ricorda proprio Hénin-Beaumont, passato da poco tempo sotto il controllo del Front National dell'odierna realtà politica francese. Pauline, sostanzialmente, verrebbe manipolata, per contribuire a far sì che il partito acquisisca un'immagine pulita, libera dai retaggi del passato ed in grado di poter attrarre più consenso elettorale possibile. La rappresentazione cinematografica, insomma, parla della dediabolizzazione, del processo mediante il quale la Le Pen ha rimosso lo spettro del neofascismo dall'immagine del Front National. Per il regista, dunque, tutta l'operazione sarebbe a carattare manipolativo.

Durante lo svolgersi della trama, poi, Pauline incontra «Stanko», sostanzialmente un neonazista, il quale da vita ad una vera e propria caccia all'immigrato. Colei che rappresenta nel film, inoltre, il presidente del "Blocco Patriottico", è un'attrice molto somigliante alla Le Pen, fattore che ha suscitato non poche polemiche. Gli accostamenti, insomma, ci sono e questo non è stato fatto passare liscio dai vertici del Front National.

Dal Front, infatti, sarebbe arrivato questo commento: «È scandaloso che in piena campagna presidenziale, a due mesi dal voto, esca nelle sale francesi un film che è chiaramente anti-FN». E il sindaco di Hénin-Beaumont, Steeve Briois, avrebbe detto: «Un film scontato e a tema, una caricatura».

Tutto questo mentre i sondaggi piu recenti attestano in modo sempre più consolidato Marine Le Pen attorno al 40% dei consensi in vista delle prossime presidenziali. I più ottimisti tra essi le assegnano il 44%. L'opera cinematografica che cerca di inquadrare la situazione politica della Francia contemporeanea, in fin dei conti, non dovrebbe arrecare danni al consenso strutturato di Marine Le Pen. Il Front National, insomma, sfrutterebbe le persone normali per ripulirsi l'immagine. Eppure questa operazione mediatica che tanto ricorda i documentari di Michael Moore contro Donald Trump a poche settimane dal voto, non sembra attecchire affatto sull'elettorato francese.

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