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La Cina manda in orbita il proprio "rivale del Gps americano"

Il satellite cinese Beidou appena mandato in orbita sarà il cuore di un sistema mondiale di interconnessione controllato da Pechino

La Cina manda in orbita il proprio "rivale del Gps americano"

La Cina ha appena lanciato in orbita il proprio “rivale del Gps americano”, compiendo un passo in avanti nel cammino verso lo status di potenze spaziale. Con il lancio di un suo moderno sistema satellitare, Pechino porta infatti a livelli significativi il programma di conquista delle stelle avviato nel 2003, con l’invio allora nello spazio di una squadra nazionale di astronauti. Le ambizioni del Dragone puntano quindi dritte all’obiettivo di realizzare in orbita una propria stazione spaziale, di mettere piede sulla Luna e di mandare delle sonde su Marte.

Il sistema satellitare appena lanciato nello spazio dalla Cina costituisce la terza generazione di apparecchiature appartenenti alla classe Beidou (Osa Maggiore, in mandarino) ed è il cinquantacinquesimo modello di quest’ultima costruito finora.

Il lancio citato è avvenuto intorno alle dieci del mattino di ieri, dalla base di Xichang, ubicata tra le montagne del sudovest dell’ex Celeste Impero. Il nuovo satellite Beidou è stato spedito nello spazio grazie alla spinta di un razzo Long March-3. Precedenti tentativi di inviare tra le stelle il satellite di Pechino erano naufragati, fa sapere il quotidiano d’Oltremanica, a causa di non meglio specificati problemi tecnici.

A detta di Yang Changfeng, responsabile della realizzazione del sistema satellitare, il lancio sarebbe stato “un totale successo”. Il medesimo esperto, citato dalla testata britannica, ha poi affermato: “Questo evento significa inoltre che stiamo passando dall’essere una nazione avanzata nel campo dello studio della galassia all’essere una vera e propria potenza spaziale”.

Dopo essere stato mandato in orbita grazie alla spinta del razzo Long March-3, il satellite cinese si è staccato dal modulo a propulsione per poi dispiegare i propri pannelli solari, destinati a fornirgli l’alimentazione energetica.

Beidou, rimarca il giornale, garantirà copertura mondiale per la misurazione del tempo, per la sincronizzazione degli orologi e per la navigazione. Lo stesso sarà in grado di rivaleggiare con sistemi satellitari concorrenti come appunto l'americano Gps, il russo Glonass e l'europeo Galileo.

In realtà, Pechino punta a rendere il suo satellite il cuore di un sistema globale di interconnessione che comprenderà anche il web e che dovrebbe vedere la luce entro il 2035.

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