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Il complotto contro Trump: un gruppo di grandi elettori bloccherà la nomina?

Un gruppo di "grandi elettori" vuole provare a bloccare l'arrivo di Trump alla presidenza votando un candidato repubblicano alternativo ma più credibile

Il complotto contro Trump: un gruppo di grandi elettori bloccherà la nomina?

Un "grande elettore" repubblicano ha annunciato che non voterà per Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Christopher Suprun, membro repubblicano del Collegio Elettorale, non seguirà i colleghi eletti in Texas perché non ritiene che il tycoon newyorkese sia all'altezza del compito che lo attende alla Casa bianca. Voterà secondo coscienza, dunque, e non in base alla fedeltà di partito.

Vigile del fuoco, tra i primi ad accorrere al Pentagono all'indomani dell'attentato dell'11 settembre, Suprun è uno dei 538 "grandi elettori" che, il prossimo 19 dicembre, saranno chiamati a votare ufficialmente Trump alla presidenza. Di fatto è il primo ad annunciare di voler cercare di bloccare il suo arrivo alla Casa Bianca. Non è l'unico. Lo stesso farà Art Sisneros. Che, "da cristiano", ha annunciato di "non poter votare uno come Trump alla presidenza" perché, a suo dire, non soddisfa propri principi religiosi e morali. Così ha deciso di rinunciare al mandato elettorale per non tradire le proprie convinzioni.

In un editoriale sul New York Times, Suprun chiama in causa i Federalis Papers, i documenti che definiscono i principi alla base del collegio elettorale americano. Ogni "grande elettore" deve decidere "se i candidati sono all'altezza, non trascinati dalla demagogia, e indipendenti dall'influenza straniera. Trump ha spronato alla violenza contro i manifestanti durante i suoi comizi elettorali, parla di ritorsioni contro i suoi critici. Non ho alcun obbligo nei confronti del partito, ho invece un debito nei confronti dei miei figli per lasciare loro una nazione di cui si possano fidare".

Preannunciando che sarà "un elettore infedele" e che voterà un candidato alternativo, del calibro per esempio di John Kasich, il governatore dell'Ohio, Suprun è il primo tra i repubblicani a rompere i ranghi. Finora solo elettori democratici all'interno degli Stati vinti da Hillary Clinton hanno manifestato l'intenzione di votare contro l'indicazione di partito come forma di protesta contro la supremazia di Trump alla Casa Bianca. È il tentativo di un piccolo gruppo di "grandi elettori" nelle fila dei democratici di bloccare l'arrivo di Trump alla presidenza votando un candidato repubblicano alternativo ma più credibile.

"L'ho promesso a chi mi ha eletto: farò di tutto per cercare di evitare che Trump arrivi alla presidenza", ha spiegato Levi Guerra, una 19enne di Vancouver, nello Stato di Washington, l'ultima in ordine di tempo a unirsi al gruppo cosiddetto degli "Hamilton electors", quei democratici che voteranno - spiegano nel loro sito web - per "un repubblicano responsabile alternativo in grado di unificare il nostro Paese".

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