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Via alle epurazioni a Kiev: i filorussi nella spazzatura

Un milione tra politici e funzionari pubblici legati al vecchio regime perderanno il posto per legge, ma già dilagano le violenze degli estremisti

Il vicepresidente del consiglio regionale di Rovno, Aleksandr Danilchuck
Il vicepresidente del consiglio regionale di Rovno, Aleksandr Danilchuck

Kiev ha dato ufficialmente il via alle «purghe» dei politici e funzionari pubblici legati al vecchio regime filorusso, che coinvolgeranno un milione di persone. Per le strade, però, è già iniziata la caccia all'ex da bastonare e gettare nei cassonetti dell'immondizia. Il tutto filmato con orgoglio e pubblicato su YouTube. Non a caso il sistema delle «purghe» in piazza viene chiamato la «lustrazione nella spazzatura».

Da settembre oltre una dozzina di ex seguaci del deposto presidente Viktor Yanukovich hanno subito il triste rito. Uno degli ultimi, lo scorso lunedì, è Petr Kaminsky, responsabile del servizio di emergenza a Nikolaev e membro del Partito delle Regioni dell'ex capo dello Stato. Gli ultra nazionalisti lo hanno preso e gettato nell'immondizia. I raid punitivi vengono annunciati via twitter scimmiottando la campagna di secchi d'acqua gelata in testa per la lotta alla sclerosi multipla. Il 16 settembre una piccola folla ha messo le mani, appena fuori dal Parlamento, su Vitaly Zhuravsky che aveva votato contro la legge sulla lustrazione. Il deputato, che ha subito due volte la gogna pubblica, è stato gettato in un cassonetto della spazzatura mentre la gente urlava «gloria all'Ucraina».

Dieci giorni dopo è toccata al parlamentare Viktor Pilipishin prendersi le botte e finire nell'immondizia dopo aver presentato i documenti per la candidatura delle elezioni di fine mese. Il procuratore generale, Vitaly Yaryoma, ha scritto che «la linea fra il linciaggio e la lustrazione nella spazzatura è molto sottile» e denunciato la passività delle forze dell'ordine. Mercoledì scorso i radicali di Pravy Sektor hanno portato dei cassonetti dell'immondizia fuori dal suo ufficio a Kiev con su scritto «per Yaryoma».

A Odessa ha rischiato il linciaggio il deputato Nestor Shufrych, che denuncia l'intervento dell'esercito ucraino nell'Est del Paese contro i ribelli armati filorussi. Ad un incontro per il voto del 26 ottobre è stato picchiato e trascinato in strada con la faccia sanguinante ed i vestiti strappati da un gruppo inferocito di estremisti, in gran parte mascherati. Per fortuna è riuscito a fuggire prima di venir buttato in un cassonetto. La polizia stava praticamente a guardare.

Il ministro dell'Interno, Arsen Avakov, ha invitato via Facebook gli attivisti a fermarsi: «Un paio di facce pestate ancora e l'Europa girerà le spalle alla nostra vittoriosa rivoluzione. Non lasciatevi andare alla giustizia di piazza». Anche in Italia qualche tentazione di scaraventare i politici nell'immondizia potrebbe non mancare, ma in Ucraina sta diventando uno sport nazionale. Yuriy Mindyuk, del gruppo di estrema destra Pravy Sektor, spiega: «Siamo preoccupati che la lustrazione ufficiale non sia incisiva e che i vecchi banditi, che hanno derubato il Paese, la facciano franca».

Non a caso a guidare le piccole folle delle «purghe» in piazza si è visto anche l'ultra nazionalista Oleg Lyashko. A Kirovograd ha guidato la spedizione punitiva contro il deputato Vasily Smagluk. A Irpen, vicino alla capitale, è finito malamente nella spazzatura Aleksey Gavrilyuk, capo della commissione elettorale accusato di brogli a favore del vecchio regime. Aleksandr Panchenko, ex atamano cosacco dell'esercito di Zaporozhye, è stato pure pestato in strada e scaraventato in un cassonetto. Ad altri «purgati» hanno versato in testa il contenuto di un secchio della spazzatura. E poi sono stati costretti a tenerselo come «cappello». Nel mirino dei rivoluzionari ucraini sono finiti anche i professionisti come Manolya Migaychuk, il primario di un ospedale per veterani di guerra costretto alle dimissioni e alla gogna pubblica.

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