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"Truffavano il fisco italiano": così i soldi finivano ad al Qaeda e talebani

Stando alle prime ricostruzioni al Qaeda aveva creato in Europa varie cellule adibite alla raccolta e al riciclaggio di soldi sporchi. Una frode al Fisco italiano avrebbe finanziato i talebani

"Truffavano il fisco italiano": così i soldi finivano ad al Qaeda e talebani

Un'operazione di riciclaggio da decine di miliardi di euro finalizzata a supportare i talebani, il terrorismo e gli attacchi contro le truppe Nato in Afghanistan. Avvenuta, secondo le accuse, con la compiacenza di importanti banche europee. Ymran Yakub Ahmed, condannato in Italia per una frode all'Iva da un miliardo nel 2017, è finito nell'occhio del ciclone e potrebbe rappresentare la punta di un iceberg piuttosto profondo.

Soldi per i talebani

Come rileva anche Libero, Ahmed, 45enne pakistano con passaporto britannico, è una delle persone denunciate alla giustizia statunitense da centinaia di familiari di soldati americani morti in Afghanistan. A quanto pare, potrebbe essere lui uno dei promotori della "macchina perfetta" che, tra le metà degli anni 2000 al 2010, avrebbe raccolto ingenti somme di denaro grazie a un'organizzazione criminale che operava tra Europa ed Emirati Arabi Uniti. Lo scopo dell'attività: generare montagne di soldi da indirizzare verso le casse di al Qaeda e dei talebani.

Il contenuto della denuncia è stato svelato dai cosiddetti Pandora papers, documenti frutto di un'inchiesta dell'ICIJ, gruppo di giornalisti provenienti da tutto il mondo che lo scorso ottobre ha diffuso informazioni sull'esistenza di patrimoni nascosti da personaggi influenti nei paradisi fiscali. Ebbene, stando ai legali dei parenti dei soldati deceduti, e anche sulla base delle informazioni emerse dall'inchiesta milanese, questo denaro sarebbe andato a rimpinguare anche la rete terroristica Haqqani, un gruppo di miliziani attivi da anni oggi alleati dei talebani.

In che modo agiva l'organizzazione di mister Ahmed? Stando alle ricostruzioni, al Qaeda aveva creato varie cellule adibite appositamente a raccolta e riciclaggio di soldi sporchi. In particolare, gli schemi di criminalità finanziaria avrebbero coinvolto istituzioni finanziarie globali. Scendendo nei dettagli, e come sottolineato dall'Agi, l'inchiesta italiana relativa ad Ahmed era emersa nel 2014 e riguardava una gigantesca frode fiscale compiuta attraverso i certificati ambientali, quelli introdotti per ridurre le emissioni di gas serra.

Criminalità finanziaria

In quell'occasione, 38 persone, tra cui Ahmed, erano state indagate. La Guardia di Finanza aveva sequestrato 80 i milioni a due presunte associazioni criminali, una anglo-pakistana e una franco-israeliana, che dal 2009 al 2012 avevano rubato all'Italia più di un miliardo di euro di Iva. Questi soldi – ipotizza la denuncia che sarà valutata dalla giustizia Usa – sarebbero poi finiti ai terroristi. Dal canto suo, nel 2017 Ahmed è stato condannato per la sola frode a due anni di carcere, con pena sospesa, dal Tribunale di Milano. Il procedimento italiano non ha contemplato l'ipotesi di terrorismo, appena venetilata in una prima fase dell'indagine.

Da quanto risulta dalla documentazione fornita dai querelanti americani, Ahmed non sarebbe stato un pesce piccolo. Al contrario, "era un operativo o un agente di Al Qaeda e dei talebani, compresa la sua rete Haqqani, ha ricevuto un addestramento specializzato su come operare un sistema di frode all'iva; usare istituzioni finanziarie globali per convertire gli euro ottenuti attraverso la frode all'iva in dollari statunitensi; e trasferire i dollari statunitensi risultanti in Afghanistan, Pakistan e negli Emirati Arabi Uniti per sostenere attacchi contro gli americani e il resto della coalizione".

Che fine ha fatto adesso Ahmed? Pare sia residente a Dubai, dove condurrebbe una vita lussuosa e piena di agi.

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