Politica estera

Afghanistan, torna l'incubo del terrorismo islamico: così è ricomparsa Al Qaeda

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, l'organizzazione responsabile degli attacchi contro le Torri Gemelle ha ripreso piede in Afghanistan con la connivenza del regime talebano

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Lo scenario peggiore previsto dagli americani dopo il loro ritiro dall’Afghanistan nell'agosto del 2021 sta prendendo forma. A seguito del ritorno al potere dei talebani, Al Qaeda, l’organizzazione terroristica responsabile degli attacchi dell'11 settembre, ha infatti ripreso piede nel Paese stabilendo otto nuovi campi di addestramento e cinque madrasse, gli istituti religiosi islamici dove i bambini vengono indottrinati alla guerra santa contro l’Occidente.

Ad affermarlo è un rapporto redatto da un comitato di esperti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite incaricato di monitorare i progressi degli islamisti i quali, con il beneplacito dei talebani, hanno agito indisturbati in Afghanistan sino all'avvio dell'operazione americana nell'ottobre del 2001. Il timore adesso è che la recrudescenza delle attività dei terroristi possa condurre a nuove letali iniziative della multinazionale del terrore contro Washington e non solo.

Le province dove sono situati i campi di addestramento sono quelle di Ghazni, Laghman, Parwan e Uruzgan mentre nella valle del Panshir, a nord di Kabul, si troverebbe una base di stoccaggio degli armamenti. Le scuole coraniche sono state invece individuate nell’est e nel nord-est del Paese. Il rapporto delle Nazioni Unite ha inoltre indicato la presenza di rifugi protetti nella capitale e nelle province di Herat, Farah e Helmand utilizzati per facilitare i movimenti dei terroristi tra l’Afghanistan e il vicino Iran.

Figure di alto livello continuano ancora oggi ad agire nella nazione considerata la tomba degli imperi, si legge nel report, e la minaccia dell’organizzazione terroristica si estende oltre i confini dell’Afghanistan sebbene al momento gli islamisti non sarebbero in grado di progettare “attacchi sofisticati a lunga distanza”. Kabul ha respinto con forza le conclusioni del rapporto dell'Onu negando sia di offrire rifugio ad Al Qaeda sia di “permettere a chiunque di usare il territorio afghano (per operazioni) contro altri”.

La comunità degli esperti è però unanime nel ritenere che negli ultimi tempi si sia registrato un aumento degli attentati e del numero di movimenti terroristici attivi nel Paese. Appena un anno dopo la presa di Kabul da parte dei talebani gli americani hanno ucciso per mezzo dei droni l’allora leader di Al Qaeda Ayman al-Zawahiri che si nascondeva in una casa nella capitale di proprietà di Sirajjuddin Haqqani, ministro degli Interni del regime nonché leader dell’omonima rete alleata dei talebani. Sayf al-Adl, l’attuale leader dell’organizzazione fondata da Osama Bin Laden sarebbe invece di base nel vicino Iran.

C'è comunque chi fa notare come il governo sunnita afghano intenda evitare pericolosi confronti militari con l’Iran sciita. Ancora più centrale per i talebani sarebbe la volontà di evitare crisi con Washington.

Gli Stati Uniti sono il più grande finanziatore di aiuti umanitari in Afghanistan attraverso le Nazioni Unite” dichiara l’analista Torek Farhadi il quale sostiene che i talebani siano consapevoli del prezioso supporto ricevuto e non vogliano quindi metterlo a rischio.

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