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Francia, ok al processo contro Sarkozy: prima udienza a ottobre

Sarkozy andrà a processo dopo avere tentato, lo scorso giugno, di bloccare l’avvio della causa ai suoi danni rivolgendosi a una Corte d’appello

Francia, ok al processo contro Sarkozy: prima udienza a ottobre

I magistrati francesi hanno dato il via libera alla celebrazione di un processo a carico di Nicolas Sarkozy.

Ieri, riporta il Guardian, una Corte parigina ha infatti disposto l’avvio di un procedimento penale nei riguardi dell’ex capo dello Stato, che, di conseguenza, è divenuto il primo ex presidente d’Oltralpe a finire alla sbarra con l’accusa di corruzione.

Nel dare l’ok allo svolgimento della causa ai danni dell’esponente gollista, il medesimo tribunale, precisa il quotidiano britannico, ha anche comunicato il giorno in cui avrà luogo la prima udienza del giudizio: il prossimo 5 ottobre. La Corte ha inoltre specificato che il processo in questione durerà fino al 22 dello stesso mese.

Il procedimento penale che inizierà tra poco meno di nove mesi mira a fare luce su alcune delle molteplici accuse di corruzione gravanti sull’ex capo dello Stato, intorno alle quali si sono finora sviluppati complessivamente numerosi filoni di indagine.

La causa in programma a ottobre, in particolare, vede il politico conservatore imputato per avere cercato di“comprare” delle informazioni riservate in possesso di un giudice.

Secondo la procura francese, spiega il Guardian, Sarkozy avrebbe appunto provato nel 2014, con l’aiuto del suo avvocato Thierry Herzog, a corrompere il magistrato Gilbert Azibert per farsi consegnare documenti attinenti a importanti indagini allora in corso.

Il recente via libera al primo processo ufficiale a carico dell’esponente gollista è stato favorito, puntualizza la testata, da un provvedimento, emesso la scorsa estate, con cui una Corte d’appello ha fermato il tentativo dell’ex inquilino dell’Eliseo di bloccare la celebrazione della causa.

A giugno, quell’organo giudiziario ha infatti rigettato il ricorso avanzato da Sarkozy, da Herzog e dallo stesso Azibert contro l’avvio del procedimento inerente alla presunta corruzione perpetrata nel 2014.

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