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Francia, stretta sulle moschee: stop ai finanziamenti stranieri

Dopo l'ennesimo attacco islamista, Valls ammette il fallimento dei servizi di intelligence. E promette il pugno duro su moschee e imam

Il premier Manuel Valls ai funerali di padre Jacques Hamel
Il premier Manuel Valls ai funerali di padre Jacques Hamel

La Francia sembra avere un sussulto. Dopo l'ennesimo attacco islamista, che ha visto due jihadisti sgozzare in nome dell'Isis padre Jacques Hamel nella chiesa di Saint-Etienne du Rouvray, il premier Manuel Valls ha annunciato un giro di vite sulle moschee. Il governo potrebbe, infatt, vietare temporaneamente i finanziamenti stranieri alle moschee del Paese. Una misura che arriva proprio mentre lo Stato islamico diffonde un nuovo video di Abdel Malik Petitjean per minacciare altri attacchi in Francia.

Nel video di 2 minuti e 26 secondi, diffuso da Amaq, l'agenzia del Califfato, Malik appare con la barba, indossa una polo a righe orizzontali verdi e bianche e sembra parlare alla telecamera da solo, all'interno di un appartamento. Il giovane si rivolge al presidente Francois Hollande e al primo ministro Valls: "Potete vedere che siamo uomini determinati e abbiamo attaccato nel vostro e in altri Paesi delle forze occidentali. Assaggerete quello che i nostri fratelli e sorelle hanno assaggiato: distruggeremo questo Paese e alzeremo la bandiera della religione e della parola di Allah". L'omicidio di padre Jacques Hamel non è figlio solo del terrorismo islamico. Anche il lasissimo del governo francese e l'approssimazione dei servizi segreti hanno fatto la loro parte. Tanto che adesso il governo è disposto ad ammettere "il fallimento" dell'attività di intelligence e a mettere in campo norme più dure.

In una lunga intervista a Le Monde, Valls si è detto "aperto all'idea, per un periodo ancora da determinare", di uno stop ai "finanziamenti dall'estero per la costruzione di moschee". Alla luce dell'ondata di attentati che hanno colpito il Paese negli ultimi mesi, Valls ha anche lanciato un appello per "un nuovo modello" di relazioni con l'islam, sul quale starebbe lavorando anche il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve. Gli imam, per esempio, dovrebbero essere "formati in Francia, non altrove".

Di fronte al rilascio mesi fa con braccialetto elettronico del giovane islamista, che poi ha sgozzato padre Jacques, Valls non ha nascosto che ci siano stati buchi nel sistema di sicurezza. L'episodio ha, infatti, suscitato molte critiche che si sono sommate a quelle che avevano già colpito il governo dopo la strage sul lungomare di Nizza il 14 luglio. Il rilascio di Adel Kermiche è stato "un fallimento, deve essere riconosciuto", ha ammesso il capo di governo, sottolineando che i giudici dovevano avere "un approccio differente, caso per caso, di fronte ai metodi molto avanzati di occultamento messi in atto dai terroristi". Ma, ha aggiunto, "è troppo facile considerare i giudici respnsabili per questo atto di terrorismo".

Adesso tocca alla politica fare in modo che questo non accada più.

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