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Germania, l'idea della sinistra per ridurre l'inquinamento: tasse più alte sulla carne

Un'alta tassazione sulla carne, a detta della sinistra, incoraggerà i tedeschi a seguire una dieta sana e farà diminuire gli “inquinanti” allevamenti

Germania, l'idea della sinistra per ridurre l'inquinamento: tasse più alte sulla carne

Il Partito socialdemocratico tedesco (Spd), alleato di governo della Cdu della cancelliera Angela Merkel, ha di recente promosso l’introduzione di una tassa ambientalista sulla carne.

La formazione di sinistra ha infatti propugnato un innalzamento al 19% dell’Iva sui prodotti delle macellerie, che attualmente beneficiano di un’aliquota ridotta, pari al 7%, di tale imposta. Di conseguenza, una volta varato questo inasprimento tributario, la carne si troverà assoggettata allo stesso regime impositivo che si applica nel Paese ai beni “poco salutari”: alcol, bibite zuccherate, merendine.

La “tassa ambientalista” ideata dal gruppo parlamentare Spd al Bundestag, e subito appoggiata dai deputati de I Verdi, è finalizzata, a detta del portavoce del primo partito Rainer Spiering, a incoraggiare la popolazione a “cambiare stile di vita” consumando alimenti più salutari. La necessità di condotte “più salutiste” da parte dei singoli sarebbe dettata, ad avviso di Spiering, dal fatto che, in Germania, starebbero aumentando le diagnosi di malattie cardiovascolari legate proprio a “eccessivo consumo di prodotti di macelleria”.

Il portavoce della formazione di sinistra ha poi precisato che l’Iva al 19% aiuterà a contrastare l’inquinamento costringendo alla “chiusura” molti allevamenti, giudicati dai socialdemocratici “la principale minaccia all’ambiente. L’esponente dell’Spd, citando dati contenuti in un rapporto realizzato per l’Onu dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), ha appunto segnalato che le “defecazioni” dei capi di bestiame rilascerebbero una quantità di metano equivalente a ben il 14,5% delle emissioni totali che ogni anno si registrano nel mondo, ossia superiore a quella prodotta dalle auto e da altri mezzi di trasporto. Di conseguenza, promuovere, mediante un inasprimento fiscale, una “riduzione” della fonte di inquinamento in questione, spiega sempre Spiering, determinerà un “aumento del benessere ambientale”.

Tuttavia, egli ha successivamente chiarito che il passaggio dall’aliquota Iva del 7% a quella del 19% non comporterà, a carico dei consumatori abituali di carne, alcun “salasso”: “Nella maggior parte dei mercati e delle macellerie tedesche, l’aumento di tassazione da noi proposto coinciderà con aumenti quasi impercettibili del prezzo dei beni. Ad esempio, una vaschetta di mezzo chilo di carne macinata, che per effetto dell’aliquota attuale costa 2,50 euro, verrà venduta a 2,80 euro, ossia subirà un incremento di prezzo di appena trenta centesimi ”.

Il portavoce del partito di sinistra ha infine affermato che gli introiti percepiti dallo Stato grazie alla “tassa ambientalista” verranno impiegati per finanziare programmi di sostegno agli allevatori che si impegnano a tutelare il “benessere dei rispettivi animali”.

La maggiore tassazione propugnata dall’Spd e da I Verdi per fini ecologisti ha però subito suscitato le perplessità degli esponenti Cdu del governo Merkel. Il ministro dell’Agricoltura Julia Klöckner ha infatti messo in guardia i deputati di sinistra circa i “rischi per le tasche dei cittadini” derivanti da un “ambientalismo radicale e cieco”. La donna ha però contestualmente rimarcato l’urgenza di varare “provvedimenti forti” capaci di indurre finalmente i Tedeschi a optare per regimi alimentari più sani.

Secondo l’associazione nazionale dei nutrizionisti, ogni compatriota della cancelliera consumerebbe appunto ogni anno circa 60 chili di carne, pari al doppio della quantità prescritta dagli esperti al fine di condurre una vita in forma.

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