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Germania, stretta del governo: gli imam stranieri dovranno dimostrare di conoscere il tedesco

Contro il provvedimento sugli imam si è subito scagliata la sinistra, mentre perplessità sono state espresse dalla Chiesa cattolica tedesca

Germania, stretta del governo: gli imam stranieri dovranno dimostrare di conoscere il tedesco

Il governo Merkel ha di recente deciso di obbligare gli imam stranieri intenzionati a risiedere in Germania a “dimostrare di conoscere il tedesco.

Secondo quanto riporta Deutsche Welle, l’esecutivo federale ha messo a punto un disegno di legge che costringerà i rappresentanti stranieri di qualsiasi religione a dare prova, al fine di vedersi riconoscere il diritto di stabilirsi nel Paese, di una conoscenza della lingua tedesca adeguata a sostenere una discussione relativa ad argomenti come la vita familiare, il mondo degli affari, il mercato del lavoro. I religiosi provenienti dall’estero dovranno dimostrare di padroneggiare la lingua in questione entro un anno dal loro arrivo in Germania.

La riforma promossa dal governo di Berlino modifica di fatto la previgente normativa sull’ingresso in territorio nazionale di chierici stranieri, che non contemplava alcun dovere di conoscere il tedesco in maniera approfondita a carico di tale categoria di immigrati. Il ministro dell’Interno federale, Horst Seehofer, ha quindi elogiato, ai microfoni della stessa emittente, le innovazioni apportate dal recente disegno di legge, affermando che la padronanza della lingua di Goethe da parte di qualsiasi straniero sarebbe “fondamentale per una perfetta integrazione.

Nonostante la bozza di provvedimento si rivolga formalmente ai rappresentanti di ogni religione, l’esecutivo federale ha presentato la misura come finalizzata a disciplinare essenzialmente il tema-imam. Ad esempio, un portavoce del ministero dell’Interno, citato sempre da Deutsche Welle, ha sottolineato che, con il varo della riforma in questione, le autorità di Berlino “si aspettano che gli imam stranieri parlino finalmente il tedesco”.

Il provvedimento che individua la padronanza della lingua nazionale come requisito essenziale per risiedere in Germania è stato subito criticato dall’opposizione di sinistra. I Verdi, per bocca della deputata Filiz Polat, hanno infatti tuonato contro il governo Merkel affermando che la misura incriminata provocherà una riduzione del numero di predicatori musulmani nel Paese.

Perplessità sul contenuto della riforma sono state espresse anche dalla Conferenza episcopale tedesca, che ha più volte esortato l’esecutivo “a non rendere impossibile” per i chierici stranieri entrare in Germania.

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