Guerra in Ucraina

"Giocattoli pieni di esplosivo": la guerra dei bambini

La denuncia del ministero della Difesa ucraino: "Gli aerei russi sganciano giocattoli esplosivi". Evacuati i reparti pediatrici, i bunker trasformati in terapie intensive per i piccoli

"Giocattoli pieni di esplosivo": la guerra dei bambini

Sono i primi a pagare il prezzo di ogni guerra, anche quella che si sta combattendo in Ucraina: i bambini, costretti ad abbandonare i propri giochi per scappare con i genitori, al riparo dalle bombe.

A Dnipro, sudest del Paese, un rifugio antiaereo è stato trasformato in una terapia intensiva di fortuna per neonati. I piccoli vi sono stati portati dalle infermiere dell'ospedale pediatrico della città. Restare tra le corsie è troppo pericoloso, con i carri armati russi che assaltano la capitale Kiev e i soldati ucraini che cercano di resistere. Le stesse infermiere si danno il cambio per assistere i bimbi, perché i macchinari sono rimasti in ospedale e a disposizione ci sono solo i respiratori manuali. "Questa è la terapia intensiva neonatale. In un rifugio antiaereo. Potete immaginarlo?", diceva in video del 24 febbraio il dottor Denis Surkov, primario dell’unità neonatale al Dnipropetrovsk Oblast Children’s Clinical Hospital. I medicinali cominciano a scarseggiare.

Fuori dai bunker, anche i giocattoli sono pericolosi. Il ministero della Difesa ucraino lo ha denunciato su Twitter: "Gli aerei russi disperdono giocattoli per bambini, telefoni cellulari e oggetti di valore pieni di esplosivo". Così ci si rintana sottoterra. Qui vengono assistite anche le madri. Due notti fa, in un rifugio antiaereo improvvisato in una stazione della metropolitana di Kiev, una bimba è nata mentre fuori piovevano bombe. Si chiama Mia, ma sui social molti l'hanno ribattezzata "Libertà". Un altro neonato ha visto per la prima volta la mamma in un bunker allestito in tutta fretta nel seminterrato dell'ospedale della capitale. La sala parto era stata sventrata dai bombardamenti, ci sono bambini che non vedranno mai i genitori portati via dalla guerra.

E mentre l'offensiva russa prosegue, anche tra i più piccoli cominciano a contarsi le prime vittime: almeno sei finora, oltre un centinaio quelli feriti.

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