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Mentore spirituale giordano di al-Qaida condanna lo Stato islamico

Ha trascorso molti anni in carcere per le sue posizioni estremiste. È stato scarcerato ieri da Amman. Sostieni il reportage

Abu Muhammad al-Maqdisi a colloquio con Qatada, dopo il suo rilascio dal carcere
Abu Muhammad al-Maqdisi a colloquio con Qatada, dopo il suo rilascio dal carcere

È arrivata ieri la decisione della Giordania di liberare Abu Mohammad al-Maqdisi, un religioso di idee salafitie considerato una delle voci più ascoltate dagli uomini al-Qaida. Una mossa che arriva a pochi giorni dall'uccisione del pilota Muadh al-Kasasbeh, arso vivo in una gabbia dagli uomini del sedicente Stato islamico.

Al-Maqdisi era stato arrestato a ottobre per un breve periodo, ma in passato ha trascorso molti anni in carcere, accusato di "utilizzare internet per promuovere la visione delle organizzazioni terroriste legate al jihad".

Se le ragioni della sua scarcerazione non sono affatto chiare, c'è però chi fa notare che l'uomo è molto considerato dai jihadisti e che in passato si è espresso, anche se da posizioni comunque estreme, contro il gruppo guidato da Abu Bakr al-Baghdadi.

Non stupisce quindi che oggi, a ventiquattr'ore dalla sua liberazione, abbia condannato gli uomini dell'autoproclamato Califfo per avere arso vivo il pilota giordano Muadh al-Kasasbeh.

Considerato la guida spirituale di Abu Musab al-Zarqawi, al-Maqdisi aveva poi preso le distanze dal leader di al-Qaida in Iraq, sostenendo che i suoi modi erano troppo violenti e che uccidere civili indiscriminatamente era sbagliato.

Una posizione, quella sulla violenza estrema dell'Isis e dei suoi predecessori, che è condivisa da molti uomini di al-Qaida, che ha ingaggiato in una lotta per la preminenza tra le schiere dei jihadisti.

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