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Il giudice blocca il rimpatrio: a rischio il piano di Trump

Arriva un'ordinanza di sospensione del provvedimento deciso dal presidente degli Stati Uniti che riguarda i rifugiati provenienti da 7 paesi musulmani

Il giudice blocca il rimpatrio: a rischio il piano di Trump

Un'ordinanza di sospensione del provvedimento deciso dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che riguarda i rifugiati provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana è stata emessa dal tribunale di New York e riguarda coloro che sono già nel presenti, o in transito e hanno un visto regolare. Il Giudice M Donnelly ha motivato la sua decisione ritenendo che la mancanza di soggiorno sul suolo americano avrebbe potuto creare ''danni sostanziali e irreparabili per i rifugiati''.

''Donald Trump ha subito la sua prima perdita in tribunale'' ha detto Anthony D Romero, direttore della American Civil Liberties Union (ACLU), che ha denunciato il caso. Si calcola che l’ordinanza di emergenza del magistrato interessa tra le 100 e le 200 persone, fermate negli aeroporti Usa o in transito, dopo che Trump ha firmato il decreto, venerdì, appena una settimana dopo la sua investitura. Con la decisione, il magistrato ha risposto alla denuncia presentata dall’Unione perle Libertà civili (ACLU) in America contro l’ordine esecutivo firmato da Trump, la cui costituzionalità è stata messa in dubbio. "Vittoria", ha "twittato" l’organizzazione dopo l’ordinanza. La giudice, secondo cui reinviare le persone fermate nei loro Paesi potrebbe causare "una danno irreparabile", non ha stabilito se le persone interessate possano rimanere in Usa nè si è pronunciata sulla Costituzionalità della misura, ma ha fissato una nuova udienza per il 21 febbraio, in modo da poter tornare ad affrontare la questione.

Il divieto di ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette Paesi musulmani non riguarda i possessori di green card, l'autorizzazione a risiedere nel Paese per un periodo di tempo illimitato. Dopo che ieri il dipartimento per la Sicurezza interna aveva sostenuto il contrario, il capo di gabinetto del presidente Donald Trump, Reince Priebus, ha precisato in una intervista all'Nbc che la polizia di frontiera ha "un'autorità discrezionale" per fermare e interrogare viaggiatori stranieri che provengono da alcuni Paesi, ma anche cittadini americani. "Se tu sei un cittadino americano che viaggia avanti e indietro con la Libia - ha sottolineato - è probabile che tu sia sottoposto a ulteriori domande quando arrivi in aeroporto. C'è un'autorità discrezionale che un agente della dogana e di frontiera ha quando sospetta che qualcuno stia combinando qualcosa andando avanti e indietro con la Libia o lo Yemen".

A conferma dello stato di confusione provocato dall'ordine esecutivo firmato da Trump venerdì scorso, sottolinea il New York Times, c'è poi anche la nota diffusa dal dipartimento per la Sicurezza interna, secondo cui gli agenti continueranno ad "applicare tutti gli ordini esecutivi e che i viaggi proibiti resteranno proibiti", anche se il dipartimento "rispetterà gli ordini dei giudici".

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