Attentato a Trèbes

I servizi segreti volevano vedere il jihadista di Trèbes

Dalla sorveglianza non emerse nulla. La lettera arrivata troppo tardi, poi l'attacco

I servizi segreti volevano vedere il jihadista di Trèbes

Si aggiungono nuovi dettagli alla relazione tra il terrorista che ha ucciso quattro persone Trèbes, in Francia e i servizi di sicurezza del Paese. Secondo le ultime informazioni i servizi segreti di Parigi, la Direction générale de la sécurité intérieure, aveva convocato per la prima volta Radouane Ladkim per sentirlo e decidere se fosse necessaria una marcatura stretta per un soggetto che era già noto alle autorità.

Sono rivelazioni che appaiono in netto contrasto, ma in realtà sono complementari, a quanto il procuratore François Molins aveva dichiarato in un primo momento, sostenendo che non ci fosse stato alcun "segnale premonitore" sulle intenzioni di Ladkim e che arrivano dopo che in Francia è stata confermata la detenzione per la compagna e per un secondo soggetto, minorenne, legato all'attentatore.

La lettera che la Dgsi aveva inviato a Ladkim non ha mai fatto il suo corso. Il jihadista è entrato in azione prima di essere sentito dai servizi. Quando a settembre 2017 era stata riattivata la sorveglianza nei suoi confronti, come già nel 2014, nel 2015, nel 2016, controllando i suoi contatti e spostamenti, nulla era emerso.

Poi è entrato in azione, facendo quattro morti, tra i quali un gendarme.

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