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I terroristi dello Stato islamico amano film e videogames

Lo Stato islamico ama i blockbuster occidentali ed i videogames a tripla A, per l'immediata disponibilità di immagini e sequenze video di elevata qualità

I terroristi dello Stato islamico amano film e videogames

Nelle ultime dodici ore, i simpatizzanti dello Stato islamico risultano essere molto attivi sulla rete. In due diversi artwork diffusi su Telegram, le sigle pro-Is invocano attentati contro New York e gli aeroporti civili. Così come avvenuto in questi anni, procediamo con l’analisi delle vignette realizzate dalle cosiddette sigle pro-Is, Isis-linked group o Isis-aligned group. Durante la stagione estiva, le sigle pro-Is continueranno ad invocare, disperatamente, un qualsiasi evento che possa essere ricollegato al terrorismo islamico. Questa non è una guerra informatica, ma di contenuti.

La presunta minaccia al ponte di Manhattan

"Non c'è mai stato un momento migliore per partecipare alla lotta per la difesa di New York"

L'artwork in cui si minaccia il ponte di Manhattan, è stato diffuso ieri sera su Telegram. L’opera, così come quella in cui si minaccia Londra di qualche giorno fa, rientra nel filone apocalittico. Procediamo con una brevissima analisi. Un soldato fugge da qualcosa o si dirige verso qualcuno. Il soldato va ricollegato alla parola istishhadi (istishhad, cioè martire), incollata sulla sezione di destra dell'artwork. Sullo sfondo il Manhattan Bridge, New York. Visibile, sebbene senza autorità, la scritta Islamic State al centro. L'artwork è stato diffuso su Telegram dalla sigla al-Irbaad, che negli anni si è distinta per qualche vignetta e video di qualità. Non si tratta di una minaccia ufficiale. I simpatizzanti invocano qualsiasi tipo di azione contro i “crociati infedeli”, che possa essere collegata al terrorismo islamico. Tralasciamo volutamente il riferimento al video And The Best Outcome Is For the Pious, pubblicato da Islamic State West Africa dieci giorni fa. Quanti secondi ci avrà messo il nostro simpatizzante per creare la minaccia e diffonderla sulla rete nella speranza che potesse diventare virale? Pochi secondi, il tempo di mettere in pausa la sua PlayStation/Xbox o PC e realizzare uno screenshot dal videogioco Tom Clancy's The Division di Ubisoft. Il 15 marzo scorso, Ubisoft ha rilasciato il sequel del videogame. Tom Clancy's The Division 2 è ambientato a Washington D.C.

La presunta minaccia contro gli aeroporti

"Inizia la fine"

L’artwork in cui si invocano attentati contro gli aeroporti civili, è stata diffusa su Telegram questa mattina dalla sigla AT-Taqwa (probabilmente Al-Taqwa Media). Procediamo anche in questo caso con una brevissima analisi. Non utilizziamo alcun software, l'opera non lo richiede. Due soldati dello Stato islamico guardano un aereo di linea in fiamme. Sullo sfondo una città, probabilmente New York, devastata da qualcosa (una sequenza che, a sua volta, rimanda ad un almeno altri due film apocalittici). Nell'artwork di questa mattina, è stata incollata una scritta che possiamo tradurre in "sono determinati a sollevare la bandiera dell'unificazione in America, Cina e Russia". L'artwork rientra nel filone apocalittico. Non si tratta di una minaccia ufficiale dello Stato islamico. E’ una distinzione necessaria e di fondamentale importanza. Non esiste alcun collegamento tra i media operative del nucleo centrale dell’organizzazione terroristica ed i simpatizzanti dei gruppi pro-Is. Il ruolo dei simpatizzanti, consacrati a mujaeddin dallo stesso al-Baghdadi, è irrilevante senza un'azione fisica di supporto nel mondo reale che possa dare credibilità alle loro minacce. Ritorniamo all’artwork. Quanti secondi avrà impiegato il simpatizzante per creare la minaccia e diffonderla sulla rete? Il tempo di scaricare un poster di Left Behind - La profezia, film del 2014 con protagonista Nicolas Cage.

I terroristi amano film e videogames

I terroristi dello Stato islamico amano i blockbuster ed i videogames a tripla A (regola non sempre valida, si veda ad esempio World of Tanks), per l'immediata disponibilità di immagini e sequenze video di elevata qualità. La scelta, poi, di registi e programmatori di scatenare ogni tipo di calamità contro gli Stati Uniti, facilità il compito dei simpatizzanti nel ricreare le loro stupidaggini. Che siano alieni, terremoti, mostri di qualsiasi natura, terroristi, vulcani, asteroidi, tsunami, orde di vampiri, zombie e demoni, tutto inizia sempre dagli USA. Infine, i continui progressi nella computer grafica (si veda ad esempio la serie Fallout) rendono credibili le vignette delle sigle pro-Is, come avvenuto nelle minacce contro Londra. Negli anni, i terroristi hanno appreso che la risonanza mediatica dipende dalla qualità dell'artwork: una buona resa grafica conferisce credibilità e profondità strategica digitale a minacce e dichiarazioni. Numerose minacce rivolte contro il Vaticano, ad esempio, non furono prese in considerazione dai media occidentali poiché di bassissima qualità. Stesso discorso per alcune delle minacce contro Roma. La risonanza mediatica dipende dalla qualità dell'artwork.

Conclusioni: screditare la jihad mediatica

In questi anni abbiamo dimostrato che per realizzare degli artwork come quelli diffusi nelle ultime, sono necessari pochi minuti. Così come negli IED, tutto dipende dalla fantasia e dalla capacità di chi materialmente realizza l'artwork. La rete fa il resto. Per alimentare quella falsa idea di insurrezione jihadista globale e sopravvivere sulla rete, lo Stato islamico sfrutta le reti di diffusione dei simpatizzanti, non attenzionate dalle autorità. Il ruolo dei simpatizzanti, in ogni caso, sarà sempre marginale poiché non possiedono l'autorità necessaria per attivare i distaccamenti o le loro operazioni pianificate su larga scala (la scritta Islamic State nell'artwork di New York, tempo fa sarebbe stata smentita dall'organizzazione terroristica). Soltanto l'architettura Idra dello Stato islamico (al-Naba, Islamic State ed Amaq del Central Media Diwan), possiede tale autorità. Da anni il nostro fine è quello di screditare la jihad mediatica, smontando vignette ed artwork di simpatizzanti e terroristi, degradandone l'impatto emotivo, spiegando il lavoro eseguito. Nostro fine è confutare quel falso piano di terrore globale. Una delle tecniche più subdole delle organizzazioni terroristiche è quella di dare un'illusione di coordinamento globale. Questa non è una guerra informatica, ma di contenuti.

Questa è la nostra contro propaganda.

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