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Impeachment, Sondland accusa Trump: "Pressioni su Kiev"

Il diplomatico presso l'Unione europea, nell'audizione al Congresso, ha dichiarato di aver lavorato con l'avvocato Giuliani (su ordine presidenziale) sull'indagine legata alla famiglia Biden

Impeachment, Sondland accusa Trump: "Pressioni su Kiev"

Alla fine, l'ammissione sarebbe arrivata dalla bocca dell'ambasciatore degli Stati Uniti presso l'Unione europea, Gordon Sondland. E la rivelazione è avanzata in queste ore, nel corso delle quarte audizioni pubbliche al Congresso sull'indagine che potrebbe portare all'impeachment dell'ex tycoon: il presidente americano Donald Trump avrebbe fatto pressioni per portare avanti delle indagini nei confronti della famiglia di Joe Biden, in Ucraina. E ad assistere all'audizione, in corso in questi minuti, è presente anche il capo della Casa Bianca.

L'ordine presidenziale

Secondo quanto riportato da Repubblica, il diplomatico statunitense ha dichiarato di aver lavorato insieme a Rudolph Giuliani, avvocato personale del capo della Casa Bianca, proprio su questo caso e avrebbe affermato: "Il ministro Michael Perry, l'ambasciatore Kurt Douglas Volker e io abbiamo lavorato con Giuliani sulle questioni ucraine su diretto ordine del presidente degli Stati Uniti". Sondland avrebbe anche voluto chiarire che nessuno di loro voleva farlo, ma che tutti hanno agito "in buona fede" su ordine presidenziale.

La testimonianza dell'ambasciatore

Secondo quanto riportato da Sondland, Giuliani avrebbe chiesto all'Ucraina di diffondere una dichiarazione pubblica annunciando le indagini che coinvolgevano l'avversario dei Democratici Biden e suo figlio Hunter, sia sulle elezioni presidenziali del 2016, sia sulla Burisma, la società in cui aveva lavorato il familiare dell'ex vicepresidente. Secondo quanto dichiarato dall'ambasciatore americano, in cambio di questa inchiesta sull'avversario, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avrebbe ottenuto aiuti militari dall'America.

La preoccupazione di Sondland

In base alle ricostruzioni di Sondland, il segretario di stato americano, Mike Pompeo, sarebbe stato consapevole e "pienamente favorevole" riguardo queste operazione, di cui sembrava essere a conoscenza anche l'ex consigliere per la sicurezza nazionale, John Bolton, e il vicepresidente, Mike Pence. Proprio a lui, l'ambasciatore avrebbe espresso preoccupazioni e perplessità, un paio di mesi fa, a Varsavia, in Polonia, prima di un incontro con Zelensky: "Dissi al vicepresidente Pence, prima degli incontri con gli ucraini, che io ero preoccupato che il ritardo negli aiuti militari fosse diventato collegato alla questione delle indagini".

La smentita di Pence

Ma un portavoce del vicepresidente Pence avrebbe smentito una conversazione tra lui e Sondland: "L'ambasciatore Gordon Sondland non è mai stato solo con il vice presidente Pence durante la visita in Polonia del primo settembre. Questa presunta discussione, ricordata dall'ambasciatore, non è mai avvenuta".

Le indagini e la mail

Secondo quanto riportato dall'ambasciatore presso l'Ue, Giuliani "stava esprimendo un desiderio del presidente e noi sapevamo che queste indagini erano importanti per lui". Sondland avrebbe parlato anche di una e-mail che lui stesso aveva inviato a Pompeo, al segretario all'energia, Rick Perry, e al capo dello staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney, per informarli di aver parlato con il presidente ucraino e che questi intendeva avviare delle "indagini trasparenti". Sondland sostiene che gli ucraini "sapevano cosa stavamo facendo e perché" e la mail a cui si riferisce risalirebbe al 19 luglio, una settimana prima della famosa telefonata tra Trump e Zelensky.

Il ruolo di Giuliani

In base a quanto riportato anche dalla Cnn, Sondland avrebbe parlato anche di alcune conversazioni su WhatsApp che ebbe con altri funzionari. I messaggi chiarirebbero il ruolo dell'avvocato del presidente (Giuliani) nelle pressioni di Washington su Kiev e chiamerebbero in causa anche il segretario di Stato, Pompeo, che avrebbe dato disposizioni ad altri diplomatici statunitensi sulla vicenda. Sondland ha ribadito che l'ex sindaco di New York avrebbe comunicato con gli ucraini senza che nessuno di loro lo sapesse e che lui, insieme all'ambasciatore Taylor e all'ambasciatore Volker rimasero "sorpresi" da questo atteggiamento.

La replica del presidente Trump

E immediata è stata la replica del capo della Casa Bianca, che ha affermato di non conoscere bene il diplomatico Sondland: "Non ho parlato molto con lui, ma sembra un tipo simpatico". L'ex tycoon avrebbe così preso le distanze verso il miliardario statunitense, che donò un milione di dollari alla sua campagna e che lui stesso nominò ambasciatore presso l'Unione europea. Affermazioni che sembrano essere in contrasto con la versione di Sondland. Parlando con i giornalisti, prima di partire per Austin, Trump non ha risposto alle domande e ha letto da un testo la dichiarazione dell'ambasciatore.

Che cos'è l'impeachment

La notizia arriva a poche ore dalle dichiarazioni (su Twitter) di Trump di voler testimoniare sul suo impeachment.

Le indagini sulla sua possibile rimozione dalla carica di presidente si concentrano su una telefonata risalente al 25 luglio in cui il presidente americano chiese a Zelensky di indagare sul figlio del rivale politico Biden e sui suoi affari lavorativi con la società Burisma.

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