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The Interview trasmesso nelle sale americane

Il film satirico su Kim Jong-un proiettato in 300 sale. I protagonisti tra gli spettatori a Los Angeles

The Interview trasmesso nelle sale americane

Alla fine è stato trasmesso. Una proiezione notturna a sorpresa ha permesso ai cittadini di Los Angeles di vedere, per la prima volta The Interview, il film satirico sul dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Tra gli spettatori che si sono presentati a mezzanotte e mezza al Cinefamily, c'erano anche Seth Rogen e Evan Goldberg, co-protagonista e co-regista del film. "Grazie, fottutamente tanto, a tutti, per essere venuti - ha detto Rogen alle persone entrate in sala - credevamo che questo non sarebbe mai successo".

Da oggi il controverso film satirico, che racconta un fantasioso attentato al leader nordcoreano Kim Jong-un, viene proiettato in circa 300 sale cinematografiche indipendenti in tutti gli Stati Uniti, dopo che da ieri è disponibile anche in streaming attraverso Google Play, YouTube Movies, Microsoft's Xbox Video e il sito www.seetheinterview.com, sia per il noleggio sia per l'acquisto. "Se non fosse per cinema come questo, e per persone come voi, ora questo non sarebbe davvero fottutamente successo", ha detto ancora Rogen riferendosi al rifiuto delle grandi catene cinematografiche di proiettare il film e alla decisione iniziale della Sony Pictures di cancellare la distribuzione di The Interview, già prevista per oggi. Una decisione assunta in seguito all'attacco e alle minacce che la Sony ha subito nelle settimane scorse da un gruppo di hacker, che secondo l'Fbi sono nordcoreani. La casa di produzione cinematografica ha però poi fatto marcia indietro, in seguito alle polemiche e alle critiche che le sono state rivolte, anche dal presidente Barack Obama, che aveva definito "un errore" la cancellazione delle proiezioni.

Il regime di Pyongyang ha chiesto formalmente la messa al bando mondiale della pellicola. "The Interview è un film piuttosto pericoloso che giustifica ed incoraggia il terrorismo. Questo film fa anche propaganda a tecniche oltraggiose e malvagie per assassinare il leader di uno Stato sovrano", si legge in un comunicato dell'ambasciata nordcoreana a Mosca in cui si chiede che "il film venga messo al bando in ogni Paese".

Per il portavoce del ministero degli Esteri russo, Alexander Lukashevich, il film è "talmente scandaloso" che la rabbia della Corea del Nord è "abbastanza comprensibile".

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