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Intoppi stile Sturmtruppen. Che figura l'esercito tedesco

Aerei bloccati da guasti, carenza di soldati specializzati e di pezzi di ricambio Il tentativo di Berlino di recuperare prestigio partecipando alle missioni è un flop

Intoppi stile Sturmtruppen. Che figura l'esercito tedesco

Berlino - Sarà uno dei due aerei della flotta presidenziale, di solito riservata alla cancelleria Angela Merkel o al presidente Joachim Gauck, a riportare oggi a casa 150 militari tedeschi dall'Afghanistan. Non si tratta però di un onore concesso agli uomini impegnati a Mazar-i-Sharif, ma di un espediente del governo per sopperire alla mancanza di mezzi di trasporto delle forze armate.

Molti degli aerei Transall della Luftwaffe sono fermi per riparazioni: alcuni aspettano i pezzi di ricambio negli hangar, altri si sono rotti nel corso di missioni all'estero. Per esempio, gli aiuti che la Germania ha promesso ai peshmerga curdi impegnati nel nord dell'Iraq contro il Califfato sono arrivati in ritardo per problemi tecnici al velivolo in partenza da Lipsia. Così, la visita nel Kurdistan iracheno da parte del ministro della Difesa Ursula von der Leyen non è coincisa con l'arrivo del materiale di supporto. Poca fortuna ha avuto anche la missione umanitaria per la lotta all'Ebola: Berlino si era impegnata a consegnare medicinali e ospedali da campo a Guinea, Liberia e Sierra Leone. Il volo per Dakar si è dovuto invece fermare a Gran Canaria per riparazioni urgenti.

La ragione la spiega al Giornale Thomas Wiegold, il giornalista e blogger tedesco che per primo ha svelato la serie di guasti agli aerei della Luftwaffe. «Il Transall è un velivolo da trasporto molto vecchio, frutto di un consorzio franco-tedesco che risale agli anni Sessanta. La Bundeswehr li utilizza ancora in attesa della consegna degli A400M della Airbus: la Francia si è accaparrata i primi apparecchi, mentre la Germania aspetta ancora. E siamo indietro di parecchi anni».

Con il suo blog «Augen geradeaus!», Wiegold è la gola profonda delle forze armate tedesche. «Non solo le attese per i pezzi di ricambio dei Transall sono lunghissime, ma c'è stato anche un errore nella dismissione programmata, troppo veloce, dei vecchi velivoli: il risultato è che oltre ai pezzi, adesso mancano anche i meccanici esperti».

Le prime rughe della Luftwaffe non sono l'unico segno di disorganizzazione. Problemi esistono anche per i militari che si occupano delle batterie di missile antimissile Patriot installate in Turchia in funzione anti-siriana: per alcuni di loro, il congedo di 20 mesi previsto fra una missione e l'altra è destinato a saltare perché mancano i sostituti. La sequela di brutte figure ha fatto dire ad alcuni che la Germania non è in grado di rispettare gli impegni assunti con la Nato. Un'accusa che il presidente della commissione Difesa del Bundestag, Hans-Peter Bartels (Spd) respinge: «Siamo perfettamente in grado di portare a termine i nostri compiti e non ci sono problemi di sorta per i circa 3.500 militari tedeschi impiegati all'estero». Bartels riconosce poi le difficoltà tecniche in patria «sul materiale più vecchio, ma sia il presidente Gauck sia il ministro Von der Leyen hanno garantito i nostri impegni». È sostanzialmente d'accordo Michael Daxner, docente di relazioni internazionali alla Libera Università di Berlino: «I militari tedeschi hanno dato buona prova di sé nelle missioni internazionali, specie nel peace-building ». Quello che li rende diversi per esempio dai colleghi statunitensi «è lo scarso impiego di termini come “nemico” o “obiettivo militare”, segno di una tradizione sostanzialmente pacifista», che segna la storia della Germania postbellica.

A dire il vero la ministra targata Cdu è stata la prima ad ammettere i ritardi nella riparazione dei velivoli e a denunciare problemi tecnici per almeno un terzo della flotta aerea tedesca. Una confessione tanto più dolorosa per una donna molto impegnata alla modernizzazione della Bundeswehr: a casa, attraverso l'apertura di asili nido; all'estero, aumentando la proiezione tedesca sugli scenari di crisi. «I problemi sorgono quando alle ambizioni non corrisponde la realtà dei fatti», conclude Wiegold, secondo il quale la ministra sconta i tagli fatti dal suo predecessore de Maizière proprio al settore manutenzione.

«Ma anche lei è responsabile. In un Paese dalla forte impronta pacifista, la ministra è sempre troppo disponibile all'invio di aerei da trasporto, che suonano meno offensivi dei bombardieri o dei paracadutisti.

La verità, però, è che l'aviazione è messa male: sui 22 elicotteri navali che abbiamo, 15 hanno bisogno di riparazioni».

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