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Iran, Rohani: "Trump si pentirà delle sue minacce"

L’Iran celebra l’anniversario della Rivoluzione e torna a mettere nel mirino gli Stati Uniti. Il presidente Rohani: "Trump si pentirà di aver utilizzato un linguaggio minaccioso contro questa nazione"

Iran, Rohani: "Trump si pentirà delle sue minacce"

Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza, a Teheran, alla vigilia del 38° anniversario della Rivoluzione islamica. Lo slogan che più viene scandito è questo: "Morte all'America". Sembra ormai seppellito il disgelo voluto da Barack Obama conclusosi con l'accordo sul nucleare. Trump, del resto, ha preannunciato l'arrivo di nuove sanzioni per punire il nuovo test missilistico iraniano. Ma gli iraniani ovviamente non gradiscono. E così piazza Azadi, nella capitale, si è riempita di manifestanti che innalzavano foto di Trump, impiccavano il suo fantaccio e gridavano "morte agli Usa", mentre la banda della polizia militare suonava le canzoni tradizionali della rivoluzione.

Il presidente Hassan Rohani avverte Trump: "Si pentirà di aver utilizzato un linguaggio minaccioso contro questa nazione". Ormai è braccio di ferro totale tra Washington e Teheran. A pensarci bene la Guida suprema Ayatollah Khamenei era stato sin troppo morbido, limitandosi a osservare che le mosse di Trump evidenziano "il vero volto dell’America". Oggi Rohani è decisamente più duro. Prende in mira i "nuovi governanti" di Washington e li avverte, facendo la voce grossa: "Chiunque minacci l’Iran e le sue forze armate sappia che la nostra nazione vigila".

Ieri Rohani, incontrando la stampa estera, aveva cercato di mostrare un volto moderato: la forza militare dell’Iran è esclusivamente "difensiva". Ma aveva proseguito con un avvertimento: "La Repubblica islamica ha dimostrato che non intende interferire negli affari interni di altri Paesi.

In ogni caso non permettiamo a nessuno di creare un clima negativo diffondendo notizie da illusionisti".

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