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Jean-Marie Le Pen: "La mia esclusione dal FN è un handicap per la vittoria"

Jean-Marie Le Pen, eurodeputato e fondatore del Front National, intervistato da ilGiornale.it dice la sua su immigrazione, terrorismo e diritti per le coppie omosessuali. E annuncia la costituzione del suo nuovo movimento "Jeanne au Secours!"

Jean-Marie Le Pen: "La mia esclusione dal FN è un handicap per la vittoria"

“Che la Francia sia un Paese che ha bisogno dell’immigrazione è un'idea falsa”, “l’immigrazione è diventato un fenomeno gravissimo in Francia” e “ha portato ad una depressione morale e sociologica”. Jean-Marie Le Pen, deputato europeo e storico fondatore del Front National, escluso nel maggio scorso dal partito ora guidato dalla figlia Marine, ad 88 anni vuole ancora dire la sua.

E lo fa senza mezzi termini. Poche parole, efficaci, che vanno dritte al cuore delle più importanti questioni di attualità. È così che, ospite d’onore del convegno organizzato sabato a Parigi dal gruppo cattolico tradizionalista francese Civitas e da Alliance for Peace and Freedom, il partito europeo presieduto da Roberto Fiore, di cui fanno parte anche i deputati europei di Alba Dorata e Npd, entra ancora una volta nel dibattito sull’attualità politica internazionale, parlando di immigrazione, terrorismo e Isis. Assieme all’annuncio della partecipazione alla tradizionale marcia frontista del primo maggio con i nuovi “comitati Jeanne au Securs!”, di cui il vecchio leader ha annunciato la costituzione questa domenica. E non mancano le critiche alle decisioni di sua figlia Marine. “La mia esclusione è un handicap radicale per la vittoria”. Quella del 2017, in cui, nonostante i malumori, Jean-Marie spera comunque di vedere il “suo” Front al potere, e la sua Marine all’Eliseo.

Oggi avete discusso di guerra nel Vicino Oriente, terrorismo e immigrazione: perché secondo voi sono questioni collegate?
Ognuno degli attentatori di Parigi, che sono stati uccisi o che si sono fatti saltare in aria, avevano detto di essere rifugiati siriani e sono entrati in Europa attraverso dei falsi passaporti siriani.

Crisi migratoria, che fare: costruire muri o fare accordi con Paesi dalle leadership ambigue?
Di certo, nessun accordo. Grazie all’accordo con la Turchia abbiamo scambiato la minaccia di cinque milioni di immigrati con quella novanta milioni (il numero di turchi che beneficeranno della liberalizzazione dei visti con l'Ue, ndr). Mi spiace di dover ridurre un concetto così ampio in una sola frase: ma questo è il succo. Per fronteggiare questa crisi, dobbiamo recuperare lo strumento della sovranità nazionale: ovvero, ripristinare le frontiere e lasciare alle nostre nazioni la libertà di poter decidere da sole cosa fare quando le minacce sono così imminenti e straordinarie.

Sono evidenti le responsabilità dell’Occidente nella destabilizzazione della Libia e nella diffusione del radicalismo islamico in Siria: ora cosa deve fare l’Europa contro l’Isis?
L’Occidente, sono innanzitutto gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno avuto la responsabilità principale nell’innescare il meccanismo delle primavere arabe e nell’aver generato il caos odierno, con il pretesto di instaurare dei regimi “democratici” al posto dei regimi “autoritari”. Le conseguenze sono state quelle che conosciamo. La stessa Francia è stata inclusa in questa operazione, soprattutto in Libia, dove Sarkozy è stato responsabile della sconfitta dell’esercito libico e del conseguente aumento del potere dei gruppi jihadisti.

Sua nipote Marion, di recente in visita a Milano e a Roma, ha dichiarato che concedere diritti alle coppie gay porterebbe a derive estreme, come la poligamia. Il giorno dopo, sua figlia Marine a RTL l’ha subito corretta dicendo che non si corre nessun rischio. Chi ha ragione tra le due?
Guardi, è incontestabile che l’abbassamento dei criteri e dei valori morali nella nostra civiltà ha portato a delle conseguenze dannose proprio nel campo della morale, questo vale nei riguardi dell’omosessualità, della poligamia, della pornografia in generale.

Che differenza c’è tra il Front National che ha fondato nel 1972 e il Front National del 2016?
Riguardo le idee che vengono portate avanti, a parte qualche divergenza nel campo economico, il messaggio resta lo stesso. Anche se il tentativo di de-demonizzazione del partito è stata a mio avviso un errore. Aspettarsi che gli attacchi al Front National cessino solo perché diveniamo più forti è soltanto un’illusione.

Esiste un “Front National” italiano?
Credo che ce ne siano tanti. Del resto, meglio tanti che nessuno (ride, ndr). Comunque questo è il minore dei problemi che ci pone l’Italia. Non conosco a sufficienza la situazione italiana attuale per poter dire qual è il partito che assomiglia di più al Front National. Nel gruppo europeo di Marine, il gruppo italiano a noi più vicino è la Lega Nord, ma non so altro più di questo.

È vero che sta per fondare un nuovo partito?
No, non voglio fondare un nuovo partito, è un'altra cosa. Stiamo lanciando un’operazione che si chiama “Jean au Secours!”, che ha l’obiettivo di riunire più persone possibili il primo maggio davanti alla statua di Giovanna d’Arco.

Più che un nuovo partito, insomma, una corrente esterna, che, sotto il segno della Pulzella d’Orleans, punta a riportare sulla retta via il partito di Marine, per guidarlo alla sperata vittoria del 2017.

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