Caso Skripal

"L'espulsione dei diplomatici russi è un ricatto dell'America"

Il ministero degli Esteri di Mosca condanna l'Europa: "Pressioni americane colossali"

"L'espulsione dei diplomatici russi è un ricatto dell'America"

Non si è fatta attendere la risposta di Mosca alle pressioni internazionali, dopo che più di quattordici Paesi, dentro e fuori l'Unione Europea, hanno seguito gli Stati Uniti nell'espellere un certo numero di diplomatici russi. Oltre ad avere deciso misure di reciprocità, già previste per Londra dopo che la Gran Bretagna si era mossa all'indomani dell'avvelenamento dell'ex spia Serghei Skripal, il ministero degli Esteri ha commentato direttamente oggi la vicenda.

"Quando uno o due diplomatici vengono invitati a lasciare questo o quel paese, e ci sussurrano nelle orecchie le scuse, sappiamo per certo che questo è il risultato di pressioni e ricatti colossali da parte di Washington", ha commentato Sergej Lavrov, ritenendo che dietro alla mossa degli europei, ma anche di Canada e Australia, ci sia in realtà la mano di Washington.

Curiosa la posizione tenuta dalla Nuova Zelanda, che ha specificato di voler essere un buon alleato per i Paesi occidentali, ma di non riuscire a trovare "agenti di intelligence russi non dichiarati" sul territorio nazionale, da espellere.

Altrimenti ha deciso l'Austria, che non essendo parte della Nato ha chiarito di voler mantenere la sua neutralità e aperti i canali di comunicazione con Mosca.

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