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Schulz, lista di proscrizione per colpire i nemici russi

Un politico e un professore sono state le prime "vittime" della disposizione voluta del Presidente del Parlamento Europeo: "Siamo stati trattati come gli ebrei nella Germania di Hitler"

Schulz, lista di proscrizione per colpire i nemici russi

Bruxelles - Fedor Biryukov e Alexander Sotnichenko, il primo un membro del direttivo del partito russo conservatore Rodina, il secondo un professore di Relazioni Internazionali all'Università Statale di San Pietroburgo, sono state ieri le prime "vittime" della disposizione voluta del Presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, che limita l'accesso a politici, diplomatici e personale di ambasciata russo all'interno degli edifici del Parlamento Europeo. La decisione era stata presa dal presidente del Parlamento il 3 giugno scorso, a seguito della pubblicazione da parte di Mosca della famosa Black List, rivolta contro 89 tra politici e personalità europee, considerate non gradite in Russia.

Quello di ieri è il primo caso, però, in cui il provvedimento di Schultz viene applicato concretamente nei confronti dei due politici russi e dei loro accompagnatori, tutti cittadini della Federazione, che avrebbero dovuto partecipare ieri mattina ad una conferenza stampa sul tema della crisi Ucraina e delle relazioni fra l'Europa e la Russia organizzata dal partito europeo Alliance for Peace and Freedom all'interno dell'Europarlamento. La conferma del divieto di accesso agli edifici è arrivata con una mail inviata direttamente dall'ufficio di presidenza, con la quale lo stesso Schultz ha dato disposizione di non emettere i pass per i cittadini russi, vietandone di fatto l'accesso al Parlamento. "È la prima volta che succede una cosa del genere, oggi abbiamo sperimentato un episodio che può essere definito tranquillamente come razzismo: siamo stati trattati come gli ebrei nella Germania di Hitler" commenta il prof. Sotnichenko, a margine della piccola manifestazione spontanea contro la "russofobia", organizzata davanti all'ingresso principale del Parlamento Europeo in seguito al divieto.

"Oggi abbiamo constatato, infatti, che è proibito per i cittadini russi visitare le istituzioni europee solo per il fatto di possedere un passaporto russo" continua, "questo dimostra che in Europa non vengono rispettati alcuni diritti e che evidentemente non esiste libertà di parola e opinione per determinate persone". Episodi come questo dimostrano come le tensioni tra Russia ed Unione Europea siano tutt'altro che superate, nonostante l'atteggiamento italiano in questo senso si sia dimostrato negli ultimi giorni tendente perlopiù alla ricerca di canali di dialogo. Il professor Sotnichenko è stato, tra gli altri, l'organizzatore, lo scorso marzo, del Forum Internazionale dei Conservatori a San Pietroburgo. Un evento al quale sono stati invitati i principali partiti nazionalisti europei e che ha avuto una forte eco nella stampa internazionale. "Quello che è successo oggi in Parlamento è stata una grande sorpresa per me, perché pensavo che l'Unione Europea fosse un'istituzione democratica" spiega in modo ironico mentre mostra un cartello con su scritto 'Stop Russofobia'. "Mi meraviglia il fatto che l'Europa spesso critichi la Russia per la libertà di parola, ma credo che in Russia ci sia davvero una società molto più aperta che in Europa", continua. "Il Parlamento Europeo evidentemente non vuole ascoltare persone che esprimono opinioni alternative sulla situazione in Ucraina e sulla Russia, come era previsto che facessimo oggi, e per di più, evidentemente non vuole ascoltare neanche i suoi stessi deputati che hanno organizzato l'evento e che ci hanno invitato qui", accusa Sotnichenko. "Penso che questo sia un episodio di razzismo socio-culturale basato sulla nazionalità: ci è stato vietato l'ingresso semplicemente per il fatto di essere cittadini russi", prosegue, "questa situazione deve essere denunciata affinché gli europei sappiano che il Parlamento di Bruxelles non è un'istituzione democratica".

Critico nel commentare l'episodio è stato anche il dirigente di Rodina Biryiukov, che già alla prima comunicazione del divieto, arrivata nei giorni scorsi, aveva denunciato sulla stampa russa il comportamento di Bruxelles. "L'estensione delle libertà politiche e dei diritti civili dell'Unione Europea è chiaramente sovrastimata" aveva scritto qualche giorno fa. "Siamo venuti qui per una conferenza sul tema delle prospettive di pace nelle relazioni euro-russe e nel conflitto nel Sud Est dell'Ucraina", ha spiegato ieri Biryiukov, "perché riteniamo che la Russia sia un Paese europeo e che quindi sia assurdo provocare un conflitto tra l'Europa e la Russia".

"Gli euroburocrati fanno gli interessi di Washington e non dell'Europa", continua il rappresentante del partito, "e questo può essere chiaramente riscontrato in quello che è successo oggi".

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