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"È l'ora della preghiera", l'autista musulmano lascia lo scuolabus

L'uomo è sceso dal mezzo su cui viaggiavano 50 alunni di ritorno dalla gita a Londra. Furiosi i genitori, critiche dalla stessa comunità islamica locale

"È l'ora della preghiera", l'autista musulmano lascia lo scuolabus

Scocca l’ora prescritta per la preghiera e pur di rispettare il precetto, l’autista musulmano che aveva accompagnato cinquanta ragazzini in gita a Londra, ferma repentinamente il bus per la strada del ritorno facendo infuriare i genitori degli alunni.

L’episodio ha fatto esplodere un caso che presto ha travalicato le mura della scuola di Southsea, sobborgo di Portsmouth nell’Inghilterra meridionale e ha occupato le colonne dei giornali britannici. Perché i genitori hanno dovuto aspettare che l’uomo adempisse ai suoi doveri religiosi anche se il bus, ormai, si trovava a poco più di un chilometro della meta. Ma non è tutto perché, stando alla denuncia delle famiglie, l'autista ha abbandonato il suo posto mettendo a rischio l’incolumità dei ragazzini e del personale docente accompagnatore. Questo perché la strada su cui si trovava il mezzo era ad alta densità di traffico. E – stando alla denuncia dei genitori – “numerose auto si sono trovate improvvisamente davanti il bus come ostacolo immobile e hanno dovuto superarlo con manovre rischiose”.

Mentre le auto strombazzavano e la comitiva aspettava il suo ritorno, l’autista – compiute le abluzioni e lavatisi i piedi – s’è adagiato sul tappetino rituale e ha iniziato a recitare la preghiera. Scatenando, per il suo troppo zelo, una vera e propria bagarre.

L’uomo, la cui rigidità nell’applicazione dei precetti religiosi gli ha imposto di fermare il bus su una strada ad alta velocità, senza segnali, è stato rimproverato dagli stessi leader islamici di Portsmouth. Come riporta il Daily Mail, infatti, gli attivisti musulmani hanno spiegato che “l’orario della preghiera è flessibile, non c’era bisogno di fermarsi di botto. Avrebbe avuto tutto il tempo che gli occorreva per pregare validamente, anche se avesse aspettato un’ora o due”.

All’autista, oltre al biasimo dei genitori e la tirata d’orecchi della comunità islamica è arrivato anche il rimbrotto dell’azienza di trasporti presso cui lavora che ha annunciato l’intenzione di assumere provvedimenti disciplinari a suo carico.

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