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L'ora della verità per Trump e Clinton

Tra i democratici il "socialista" Bernie Sanders tallona Hillary Clinton (mentre è avanti nel New Hampshire). La corsa dei repubblicani, invece, vede Trump davanti a tutti. Chi più gli sta vicino è Ted Cruz

L'ora della verità per Trump e Clinton

Donald Trump e Hillary Clinton. Saranno loro due a sfidarsi per la Casa Bianca? Per dirlo con esattezza dovremo aspettare almeno fino a marzo, quando si voterà in diversi Stati e il quadro, giocoforza, sarà più chiaro. La doppia sfida delle primarie (repubblicane e democratiche) vede contrapposti, tra i principali sfidanti, un tycoon politicamente scorretto, due cubani, un ebreo socialista e una ex First lady. Alcuni di loro hanno un'importante carriera politica alle spalle, altri, invece, sono completamente a digiuno.

Con i caucus in Iowa partono le primarie dei 12 candidati repubblicani e dei 3 democratici. Un percorso che si prospetta pieno di ostacoli e possibili colpi di scena per i candidati in cerca della nomination che, nello Stato "granaiòo"del Midwest, hanno corteggiato soprattutto l’elettorato evangelico. I candidati più forti (frontrunner) da mesi sono Hillary Clinton e Donald Trump, ma le sfide sono tuttaltro che già decise. L'ex First Lady, infatti, deve fare i conti con il riacutizzarsi dello scandalo delle mail e con un avversario inaspettatamente forte, l'ultra liberal Bernie Sanders, da molti chiamato "il socialista". Gli ultimi sondaggi vedono il 74enne senatore del Vermont ad appena 3 punti di distanza dalla Clinton in Iowa e largamente in testa in New Hampshire, dove, secondo la Nbc, avrebbe addirittura un vantaggio di 19 punti. "L’America non si può permettere di scegliere idee che suonano bene sulla carta ma non si possono applicare", è stato il monito della Clinton, davanti a una platea di 2.600 persone, a proposito dell’idealismo dello sfidante Sanders che, invece, ha definito la sua corsa con l’ex first lady un "testa o croce".

Se tra i democratici si profila, per il momento, una sfida a due Clinton-Sanders (tutti i sondaggi considerano fuori gioco Martin O'Malley), tra i repubblicani è sempre Trump a guidare la corsa, accreditato in Iowa di un 28%, seguito da Ted Cruz al 25%. Entrambi hanno puntato a corteggiare gli elettori evangelici che nel 2012 rappresentavano oltre il 50% dell’elettorato dei caucus. Il tycoon ha pubblicato un video su Facebook dove si vede che tiene in mano la Bibbia donatagli dalla madre e promette: "Non vi deluderò". In un evento sabato scorso ha assicurato che "se vinciamo in Iowa, possiamo condurre il gioco".

Quanto a Cruz, ha mostrato tutto il suo lato ecumenico affermando di pregare per i rivali mentre andava a messa in una chiesa di Des Moines. Il senatore del Texas, icona dei Tea Party, di recente ha spostato il mirino della sua campagna contro l’altro candidato di origini cubane, Marco Rubio, investendo ogni singolo dollaro in pubblicità per frenare l’avanzata del telegenico collega della Florida, attualmente al terzo posto nei sondaggi in Iowa con il 15%. Trump, Cruz e gli altri dell’Elefantino faranno campagna elettorale fino all'ultimo poiché gli indecisi restano numerosi e ogni secondo è buono per convincerli. Basti pensare che nel 2012 un repubblicano su cinque scelse come votare il giorno stesso dei caucus.

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