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L'Ue chiude i confini. E i migranti africani ora puntano verso gli Usa

Gli Usa, al fine di risolvere il problema dell’immigrazione dall’Africa, hanno chiesto l’aiuto Ue per sanare l’economia del continente nero

L'Ue chiude i confini. E i migranti africani ora puntano verso gli Usa

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Gli Stati Uniti sono di recente divenuti la meta di un ulteriore flusso migratorio: quello che vede centinaia di cittadini di Paesi africani lasciare il loro continente per puntare verso l’America in reazione alle politiche migratorie restrittive affermatesi in Europa.

Il dipartimento della Sicurezza interna statunitense, per bocca di Ken Cuccinelli, responsabile dello United States Citizenship and Immigration Services, ossia l’agenzia per l’integrazione degli stranieri, ha infatti ultimamente segnalato che gli abitanti del continente nero sarebbero ormai protagonisti di un vero e proprio “assalto all’America”. L’alto funzionario, ai microfoni del servizio radiotelevisivo Voice of America, ha appunto evidenziato il fatto che, in seguito all’inasprimento dei controlli alle frontiere Ue, starebbero aumentando gli arrivi in territorio federale di soggetti originari dell’Africa.

Negli ultimi mesi, ha precisato Cuccinelli, sarebbero giunti negli Stati Uniti “oltre 500 individui” provenienti per lo più dalla Repubblica democratica del Congo, dalla Costa d’Avorio, dall’Angola e dalla Somalia e i flussi di cittadini di Stati del continente nero verso il territorio federale sarebbero “in costante aumento”.

Il rappresentante del dipartimento della Sicurezza interna ha poi descritto i “viaggi massacranti” compiuti da tali persone al fine di entrare negli Usa. I flussi migratori in questione inizierebbero con un volo in partenza da una nazione africana e diretto in un Paese dell’America Latina, principalmente l’Ecuador. Una volta atterrati lì, i migranti punterebbero verso gli Stati Uniti intraprendendo la traversata a piedi di “almeno otto Stati ispanofoni”, che durerebbe non meno di “quattro mesi”. Dopo questo lungo cammino, i soggetti originari dell’Africa varcherebbero di nascosto i confini meridionali statunitensi, venendo di conseguenza arrestati immediatamente dalle autorità di Washington per poi essere trasferiti in centri federali di detenzione per clandestini, in attesa di essere rimpatriati.

Cuccinelli ha quindi affermato che, in base alle testimonianze fornite alla polizia di frontiera americana dagli Africani arrestati ultimamente, le ragioni principali del crescente flusso di migranti dal continente nero verso il territorio federale sarebbero “l’irrigidimento delle politiche dei Paesi Ue in materia di diritto d’asilo, l’accresciuta difficoltà di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo e il razzismo promosso da sempre più governi del Vecchio continente.

L’alto funzionario ha infine sollecitato le autorità dei membri Ue ad “aiutare gli Stati Uniti a risolvere in maniera razionale e definitiva il problema cruciale dell’immigrazione africana”.

L’appello di Cuccinelli, ha contestualmente chiarito lo stesso dirigente dello United States Citizenship and Immigration Services, non deve essere interpretato dalle cancellerie europee come una richiesta di “allentare le politiche migratorie” varate finora da queste ultime, ma come un’esortazione affinché il Vecchio continente collabori con Washington nel “migliorare il contesto economico-occupazionale” dell’Africa.

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