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Marò, il bluff del governo: ora richiama l'ambasciatore

Dopo il "no" della Corte Suprema alle richieste dei due fucilieri detenuti, arriva la finta risposta del governo. Ma la reazione è timida e non c'è un piano per riportare Girone in Italia

Marò, il bluff del governo: ora richiama l'ambasciatore

L’Italia cambia radicalmente strategia di fronte all’ennesimo no della Corte Suprema indiana sulla vicenda dei marò. E si oppone, "per ragioni di salute", alla decisione che impone il ritorno di Massimiliano Latorre a Delhi. Modificato l’ordine del giorno dopo le allarmanti notizie giunte da Delhi, il governo prova a mostrare i muscoli e fa finta di adottare una linea dura contro il governo indiano. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il collega agli Esteri Paolo Gentiloni hanno, infatti, assicurato alle commissioni riunite alla Camera saranno fatti "tutti i passi necessari" per tutelare Salvatore Girone e Massimiliano Latorre che, da quasi due anni, sono ingiustamente trattenuti dall'India. E, come primo segnale, hanno fatto deciso il rientro dell'ambasciatore.

Il timore, più che concreto e terribile, è che della voce grossa del governo non rimanga che un'eco lontana. La fermezza mostrata da Gentiloni e Pinotti alle commissioni Difesa e Esteri di Camera e Senato non possono che essere il primo passo di una strategia più dura. Altrimenti rischieranno di essere insufficienti e deludenti. Parlare di irritazione e di obbligo di reagire, richiamare l'ambasciatore in India per consultazioni non basta. Può essere, però, un primo messaggio da mandare al governo indiano. "Di fronte a un atteggiamento così grave delle autorità indiane - ha spiegato Gentiloni - il governo si riserva i passi necessari a partire dall’urgente richiamo per consultazioni dell’ambasciatore italiano a Nuova Delhi". Il titolare della Farnesina si è però affrettato a rassicurare la comunità internazionale che "non si tratta di rottura delle relazioni diplomatiche".

Come ha spiegato la Pinotti, l'impegno per il pieno recupero fisico di Latorre è "una priorità per il governo". "Nulla sarà fatto - ha assicurato - per mettere a rischio le sue condizioni". E Girone? La posizione del fuciliere è per Gentiloni & Co. "motivo di angosciosa preoccupazione". Almeno così ha detto il ministro degli Esteri ribadendo "l’irritazione del governo italiano" per le decisioni prese dalla Corte suprema indiana. Purtroppo, oltre a rinfacciare alle autorità indiane di aver accumulato una serie "incredibile di rinvii", l'esecutivo non sembra avere nel cassetto un piano per riportare Girone in Italia. Sull'arbitrato internazionale, per esempio, non ha ancora preso alcuna decisione. Lo farà nei prossimi giorni.

Intanto, il tempo passa.

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