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Migranti, Seehofer si dimette. Il governo Merkel è in crisi

Il ministro dell'Interno, Horst Seehofer, si dice insoddisfatto dei risultati ottenuti dalla Merkel al vertice Ue

Migranti, Seehofer si dimette. Il governo Merkel è in crisi

Le spine della Merkel sono tutte interne. E vengono dallo storico alleato bavarese. La Csu, infatti, da giorni borbotta per via dei risultati del vertice Ue sui migranti di giovedì. Ieri sera c'era stato un incontro di due ore tra la Cancelliera e il ministro dell'Interno (e leader della Csu), Horst Seehofer. Un faccia a faccia senza dichiarazioni ufficiali ma che sa di "commissariamento" per la Merkel.

Oggi, infatti, ai vertici della sua Csu, riunita a Monaco, Seehofer ha fatto presente di non essere affatto soddisfatto di quanto emerso al Consiglio Ue sulla redistribuzione dei migranti. Nè, tantomeno, ha apprezzato gli accordi bilaterli messi in campo dalla Merkel (smentita, poi, da Visegrad). "Vengo di proposito a Berlino e la cancelliera si muove dello zero virgola zero", avrebbe detto ai suoi il ministro ai suoi. Seehofer è stato chiaro: la soluzione non può essere, come proposto dalla Cancelliera, confinare in centri di accoglienza speciale in Germania i migranti registrati in un altro Paese Ue, perché l'unico modo per risolvere il problema sarebbe il loro respingimento unilaterale. Secondo quanto riporta la Bild, Seehofer avrebbe tenuto un discorso molto critico con la politica del governo della cancelliera, citando anche la morte della giovanissima Susanna, la 14enne stuprata e uccisa da un profugo iracheno. "Non posso assumermene la responsabilità" come ministro, avrebbe detto nella parte più emozionale del discorso.

Seehofer aveva dato un ultimatum alla Merkel: presentare entro oggi un piano per i respingimenti immediati degli immigrati al confine. Il leader della Csu aveva avvertito la collega: se non avesse cambiato registro, lui si sarebbe dimesso oppure avrebbe messo in atto - da ministro dell'Interno - il piano che oggi ha consegnato ai vertici del partito. Il che significherebbe la rottura di una storica alleanza politica che regge da 70 anni e, forse, la caduta del quarto governo Merkel.

E così è stato. In serata, dopo che l'annuncio di un discorso ufficiale era stato dato per le 18 (e rinviato più volte) alle 23.00 fonti interne alla Csu bavarese hanno fatto sapere ai media tedeschi che Seehofer ha offerto le sue dimissioni sia dalla presidenza del partito e dalla guida del ministero dell'Interno. Anche se il capogruppo regionale della Csu, Alexander Dobrindt, per ora non ha ccettato le dimissioni ("E' una decisione che non posso accettare", ha detto), il segnale politico è durissimo.

"Non stiamo sollevando il ponte levatoio, piuttosto ci stiamo chiedendo che cosa dobbiamo fare per interrompere gli affari dei trafficanti di esseri umani", ha detto oggi la Cancelliera cercando di gettare acqua sul fuoco. Ma è un brutto peridodo per la donna forte di Germania. L'annuncio degli accordi bilaterali con 14 paesi sui migranti è stato smentito dagli Stati dell'Est e lei è stata costretta a "scusarsi" per "l'equivoco". La Merkel riconosce le difficoltà. "Tutti sanno che la situazione è seria" per via dello scontro fra Cdu e Csu, ha detto la cancelliera in un'intervista alla Zdf. Farà "tutto il possibile per raggiungere risultati che implichino che possiamo continuare a tutelare la responsabilità per il nostro Paese", ma l'orizzonte è nero. Tanto che il suo partito, la Cdu, oggi ha dovuto riaffermare - subito dopo la notizia delle dimissioni di Seehoffer - la sua piena fiducia alle politiche migrantorie della Merkel e la sua contrarietà ai respingimenti unilaterali dei profughi. "Sarebbero un segnale sbagliato agli altri partner europei", ha spiegato il segretario generale Annegret Kramp-Karrenbauer.

Ma la crisi è appena iniziata.

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