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Quella Mitteleuropa ostile all'Ue che adesso preoccupa Bruxelles

Il nuovo governo austriaco e il fronte euroscettico di Visegrad

Quella Mitteleuropa ostile all'Ue che adesso preoccupa Bruxelles

Oggi il neo cancelliere austriaco Sebastian Kurz vola a Bruxelles, la sua prima missione all'estero, per rassicurare i partner europei sul governo con la destra dura e pura di Christian Strache. La nuova politica estera di Vienna ci riguarda da vicino con le sue luci e ombre. Dal passaporto ai tedeschi dell'Alto Adige allo stop ai migranti passando per le sanzioni alla Russia e al cambiamento da imprimere all'Unione Europea. Karin Kneissl, l'indipendente voluta dall'Fpö come ministro degli Esteri, non ha mai avuto peli sulla lingua nel criticare il buonismo pro migranti di Papa Francesco, «il cinico e arrogante» Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea e perfino la cancelliera Angela Merkel.
Non è un caso che la conferenza stampa per l'annuncio del nuovo governo nero-blu sia avvenuta sulla collina viennese di Kahlenberg, dove nel 1683 vennero fermati gli ottomani che volevano invadere l'Europa. Uno dei punti fermi della politica estera del nuovo governo è il no secco all'ingresso della Turchia nell'Ue.
La delega europea rimane nella mani del cancelliere Kurz. La destra ha rinunciato al referendum per uscire dalla Ue imponendo però la marcia indietro nei confronti dell'Unione con un maggiore potere agli Stati nazionali e minore integrazione. E l'Austria avrà la presidenza Ue nel 2018. Vienna si sta allineando al gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) sui temi dell'immigrazione. Il neo ministro dell'Interno austriaco è capace di mandare i blindati al Brennero e a Tarvisio per non far passare un solo migrante dall'Italia. Il nuovo governo è contrario al ricollocamento automatico dei migranti sbarcati da noi e di conseguenza alla riforma dell'accordo di Dublino fortemente voluto dall'Italia. Nel fine settimana si sono riuniti a Praga i partiti del fronte anti europeista, compreso Fpö e Lega nord. Jean-Marie Le Pen del Front National ha salutato la formazione del governo di coalizione in Austria come «una notizia molto buona per l'Europa».
Gli austriaci difenderanno, senza tanti fronzoli buonisti, i loro interessi nazionali a discapito dei nostri su questioni come i migranti. Stesso discorso per la ribadita intenzione di concedere il passaporto agli altoatesini, che magari non sono poi così interessati.
La svolta nella politica estera, che potrebbe coincidere con i nostri interessi nazionali è l'intenzione di Strache di annullare le sanzioni alla Russia. L'Fpö ha addirittura firmato un memorandum d'intesa con il partito di Vladimir Putin. L'Italia, da sola, pur abbozzandolo a parole, non ha mai avuto il coraggio di opporsi alle sanzioni, che come effetto boomerang falcidiano le nostre esportazioni verso Mosca.

Il cancelliere Kurz difficilmente voterà contro le misure punitive fino a quando non lo deciderà la Germania, ma con il governo italiano che verrà potrebbe cominciare a porre seriamente la questione sul tavolo di Bruxelles.

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