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Mossa disperata Cruz-Kasich per fermare Trump

Cruz e Kasich
Cruz e Kasich

Ci hanno provato e ci proveranno fino alla fine a fermare Donald Trump. Fino ad ora, però, i risultati sono stati scarsi. Ora, mentre il tycoon si appresta ad ottenere la nomination del Partito repubblicano, emerge l'ultimo disperato tentativo dei suoi sfidanti. Il senatore del Texas Ted Cruz e il governatore dell’Ohio, John Kasich, provano a unire le forze per far mancare a Trump il "numero magico", 1.237 delegati. Alla vigilia del nuovo "Super Tuesday", che mette in palio 172 delegati repubblicani (si vota in Pennsylvania, Maryland, Rhode Island, Connecticut e Delaware), Cruz e Kasich mettono da parte la loro rivalità e battezzano l’asse anti-Trump, non ostacolandosi nei prossimi stati in cui si andrà a votare per le primarie. Cruz si concentrerà sull’Indiana, dove si vota il 3 maggio, aprendo la strada a Kasich soprattutto in Oregon (17 maggio) e New Mexico (7 giugno).

Una decisione per certi versi clamorosa, con l'establishment del Partito repubblicano che tenta l'ultima carta dopo il fallimento di Jeb Bush e Marco Rubio. "Sono assolutamente disperati e matematicamente morti", commenta Trump su Twitter. La mossa di Kasich e Cruz va ad approfondire il solco che divide il tycoon dal partito dell'elefante. Vari strateghi repubblicani contrari a Trump chiedono da settimane un'alleanza del genere, mentre alcuni si domandano se ora non sia troppo tardi. Ma vediamo la situazione in termini di delegati: Trump è in testa con 845, seguito da Cruz con 599 e Kasich con 148. Se Trump non ce la farà a raggiungere quota 1.237, la nomination verrà assegnata nel corso della convention "contesa" di Cleveland, dal 18 al 21 luglio. E in base alle regole di alcuni Stati i delegati sono vincolati solo nella prima votazione (dalla seconda in poi, dunque, in teoria possono votare un altro candidato).

Sul fronte democratico intanto anche Hillary Clinton vola nei sondaggi sul voto in Pennsylvania. L’ex first lady, che ha 1.428 delegati contro i 1.153 del senatore Bernie Sanders, punta a incassare anche i 462 in palio nel Super martedi (di cui 210 assegnati dalla Pennsylvania). Intanto non cede alla lusinghe di Charles Koch, il più anziano dei fratelli Koch a capo di un impero industriale e storici finanziatori della destra americana. "Hillary è meglio di Trump e Cruz", ha sentenziato Charles, definendo i due "terrificanti" e dando voce al malessere e ai malumori che caratterizzano molti repubblicani. Increduli di fronte al fatto di non poter contare su di un candidato che sia realmente espressione dell’establishment del partito.

La Clinton ha subito chiarito che non gradisce l’endorsement di Koch e non è interessata al sostegno di persone che negano i cambiamenti climatici o tentano di rendere più difficile il voto per la gente.

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