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Mosul, che cosa è andato perduto nel museo devastato dall'Isis

Alcune repliche moderne, ma anche reperti di due civilità mesopotamiche. Opere d'arte di valore incommensurabile

Mosul, che cosa è andato perduto nel museo devastato dall'Isis

Un atto indecente, contro ogni logica. La distruzione di opere d'arte antiche di secoli, già avvenuta in passato e che si è perpetrata ancora in Iraq, dove gli estremisti del sedicente Stato islamico hanno attaccato a martellate i manufatti del museo di Mosul, è incomprensibile e difficile da descrivere.

Nel mirino del gruppo sono finiti il museo di Mosul e il museo della Porta di Nergal a Ninive, l'antica capitale dell'impero assiro. Gli estremisti hanno attaccato opere d'arte che considerano immorali, secondo una visione distorta dell'islam. Un atteggiamento drammaticamente differente da quello che applicano in altri casi, con opere che rivendono e con le quali finanziano le proprie attività.

Sotto le mazze del manipolo di uomini del sedicente Stato islamico sono finiti alcuni originali vecchi di secoli, come un lamassu, un toro alato con volto umano, messo a difesa della porta di Negal, antica divinità del regno sotterraneo. Aveva resistito quasi tremila anni.

Secondo Samuel Andrew Hardy, specialista nel mercato nero dei manufatti che insegna all'Università americana di Roma, sotto i colpi dei miliziani jihadisti sono finiti anche sette statue del sito di Hatra, patrimonio dell'umanità dell'Unesco e altri dell'antica Ninive.

Eleanor Robson, professoressa di Storia del Vicino Oriente antico al British Institute for the Study of Iraq, ha detto alla Bbc che alcuni dei manufatti sarebbero "repliche moderne". E ne è convinto anche Mark Altaweel, dell'Istituto di archeologia dell'University College di Londra. Ciò non toglie, ha messo in chiaro la Robson, che senza dubbio sono stati distrutti pezzi unici di almeno due civiltà mesopotamiche.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato questo mese una risoluzione per contrastare il traffico illegale di opere d'arte da Iraq e Siria, dove sono a rischio - ma sono anche già stati saccheggiati - numerosi di siti di grande importanza.

L'Unesco ha chiesto un nuovo incontro per articolare una risposta più concreta.

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