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Netanyahu attacca l'Europa e ammette i raid in Siria

"L'Unione europea deve scegliere se vuole vivere e prosperare o scomparire." Fanno discutere le parole del premier israeliano durante l'incontro i leader dell'Europa orientale. Pensando di avere i microfoni spenti, Netanyahu si è lasciato andare sull'Europa "pazza" che critica Israele. E sulla Siria, ha ammesso di essere intervenuto "decine di volte".

Netanyahu attacca l'Europa e ammette i raid in Siria

Siria, Unione Europea e Stati Uniti. In quei pochi minuti di microfoni aperti, che Netanyahu pensava fossero spenti, il premier israeliano si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni molto interessanti su Israele e sulle questioni più delicate delle relazioni internazionali di Tel Aviv. Il fatto è avvenuto durante l’incontro con i rappresentanti degli Stati dell’Europa orientale che si è tenuto a Budapest, in una capitale ungherese completamente bloccata per questo meeting. Senza accorgersi di aver lasciato i microfoni accesi che comunicavano con la sala stampa, il premier israeliano ha iniziato un discorso con gli omologhi del gruppo Visegrad in cui i temi centrali sono stati quelli dei rapporti fra Israele ed Europa e la questione siriana.

Netanyahu ha lanciato un duro attacco contro l’Unione Europea, con delle dichiarazioni che faranno certamente discutere sia per il vigore delle parole espresse sia per i toni con cui sono state poste alcune problematiche. Il premier israeliano ha espresso il suo disprezzo per le politiche dell’Unione Europea nei confronti di Israele, che a suo dire hanno troppo spesso condannato il governo di Tel Aviv per la quesitone palestinese e per gli insediamenti in Cisgiordania. “L'Unione europea deve scegliere se vuole vivere e prosperare o scomparire. È l'unica organizzazione di Stati che stabilisce le sue relazioni con Israele, che le fornisce la tecnologia, sulle condizioni politiche. Nessuno lo fa. È folle.” E, sempre riguardo l’Europa, ha lanciato delle dichiarazioni ancora più forti, che sembrano aver colpito profondamente i presenti: “Non sono politicamente corretto. So che è uno shock per alcuni di voi. Ma la verità è la verità, sia per la sicurezza dell'Europa sia per il futuro economico dell'Europa. Entrambi questi problemi impongono una diversa politica verso Israele.” Ed ha infine consigliato ai leader europei presenti all’incontro, di affermare in Europa quanto già fatto dai governi di Cina, India e Stati Uniti, e cioè di cooperare maggiormente con Israele.

Altro tema toccato dal premier israeliano, prima che i collaboratori si accorgessero del fatto che i giornalisti stessero ascoltando tutto, è stato il Medio Oriente. Netanyahu ha commentato la politica statunitense, elogiando la nuova era di Donald Trump rispetto alla precedente amministrazione Obama. '”Abbiamo avuto un grosso problema con gli Stati Uniti. È diverso ora. C'è una presenza americana rinnovata nella regione.” Ma ha sostenuto ance che, se c’è accordo per quanto riguarda lo Stato Islamico, non c’è invece per ciò che concerne l’Iran. E proprio sull’Iran, il capo del governo di Israele si è soffermato parlando del conflitto in Siria. Netanyahu ha confermato di aver autorizzato decine di interventi in Siria contro Hezbollah e ha confermato di aver detto a Putin che “se vediamo l'Iran passare armi a Hezbollah sul nostro confine, intraprenderemo azioni militari in Siria.”

Le parole di Benjamin Netanyahu sono sicuramente molto importanti perché dimostrano, senza filtro, il pensiero di Israele sui temi fondamentali della politica mondiale dei nostri giorni. Israele si considera parte dell’Europa, ma critica profondamente l’Unione Europea perché la considera eccessivamente legata ai profili del diritto internazionale riguardo al rispetto della popolazione palestinese. E considera la Siria un tema centrale della sua politica, soprattutto per quanto riguarda Hezbollah, che è considerato il peggior nemico della sicurezza israeliana in tutto il Medio Oriente, in quanto ritenuto una longa manus dell’Iran al confine con Israele.

La Russia, ancora una volta, si dimostra pertanto garante della stabilità del Medio Oriente: solo le forze dell’esercito russo possono garantire da una parte la sicurezza del confine siriano dalle incursioni israeliane e dall’altro che Iran e Hezbollah non siano una minaccia tale per cui Israele si senta in diritto di attaccare nella zona di de-escalation della provincia di Dar’a.

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