Strage a Nizza

Nizza, il filosofo Philippe Granarolo: "Un messaggio anche per l'Italia"

Nizza, scrive il filosofo Philippe Granarolo in un lungo editoriale apparso su Le Figaro, è il simbolo dell’intreccio di culture e delle civiltà mediterranee

Nizza, il filosofo Philippe Granarolo: "Un messaggio anche per l'Italia"

Non è casuale la scelta di Nizza per il terrorista che ha compiuto la strage di ieri. Nizza, scrive il filosofo Philippe Granarolo in un lungo editoriale apparso su Le Figaro, è il simbolo dell’intreccio di culture e delle civiltà mediterranee, di un modus vivendi inviso ai "barbari islamisti". Un luogo dove "si respira l’Italia", che potrebbe dalla tragedia di ieri - sottolinea Granarolo - confermarsi in una neutralità bellica che le ha finora evitato sanguinose rappresaglie dal fondamentalismo. Nizza è francese da "un secondo nella scala della storia", osserva il filosofo. "Appena centocinquant’anni fa, era italiana. Basta arrivare per mare nel porto di Nizza per prenderne coscienza; nulla distingue questo porto da quello di Genova o di qualsiasi altro porto italiano. Quanto alla vecchia Nizza, in ciascuna delle più piccole viuzze che la attraversa si respira l’ Italia. Mirando a Nizza, i jihadisti si agganciano indirettamente all’ Italia, paese finora risparmiato perchè si tiene a margine della coalizione che mira allo sradicamento dello Stato Islamico. Il conducente del camion folle, stritolando uomini, donne e bambini lancia al nostro vicino il messaggio secondo cui deve perdurare nella sua neutralità".

"Dopo Parigi, Nizza è di gran lunga una delle città francesi più conosciute all’estero. Da più di un secolo, Nizza - scrive Granarolo - simboleggia l’attrattività turistica della Francia, la cultura mediterranea, l’apertura sulle altre rive del Mare Nostrum. Non dimentichiamo che gli ideologhi che orchestrano il jihad dal Medio Oriente sono inglobati in un paradigma religioso e sono intrisi nel simbolismo. È interrogando la simbologia che veicola la città nizzarda che si potrà cominciare a trovare qualche elemento di risposta". "Dall’epoca in cui i ricchi inglesi venivano a svernare sulle rive del Mediterraneo, Nizza, Cannes o Hyeres sono diventate nomi propri conosciuti in tutto l’impero britannico. Che la Baie des Anges sia bordeggiata da una litoranea chiamata ’promenade des Anglais’, scolpisce nel marmo la dimensione internazionale della capitale delle Alpi Marittime. Mirando a Nizza, gli islamisti si sono agganciati indirettamente al mondo anglosassone che esecrano. Orlando e Nizza - prosegue Granarolo su Le Figaro - appartengono alla stessa costellazione nello schema delirante degli ideologi che conducono la danza sinistra di cui facciamo le spese. Nelle due città, una nuova tipologia di attentato ha visto la luce, operata da un individuo isolato a malapena conosciuto dai servizi di informazione, e la cui imprevedibilità d’azione garantisce la riuscita delle ecatombi commesse".

Secondo Granarolo, "la nostra civiltà poggia su tre pilastri, come ripeteva Valery: Gerusalemme, Atene e Roma. E un tavolo non può che tenere almeno tre piedi. Gerusalemme, Atene e Roma, in altri termini il rispetto (ossia l’amore) dell’altro generato dal Vecchio Testamento; la libertà di pensare e fare domande nata in terra greca; il diritto romano. Gerusalemme, Atene e Roma: e non Baghdad, Damasco o Istanbul, città ammirevoli certo ma estranee al nostro percorso storico". "Colpendo Nizza, hanno colpito la città che incarna più di qualunque altra la cultura mediterranea, e più in particolare quella greco-latina, radice della nostra civiltà". Quando Nietzsche veniva a soggiornare a Nizza, dove scrisse nel 1884 la terza parte del suo Zarathustra, "non s’era sbagliato". Venne, argomenta ancora Granarolo, "in un luogo carico di storia", provò il sentimento "di rituffarsi in un luogo dal nome greco (Nice viene dal greco Nike che significa vittoria) che rappresentava per lui la quintessenza della nostra civiltà.

Sì, Nizza significa Vittoria, e gli islamisti che hanno sognato di mettere Nizza e la Francia in ginocchio hanno giocato un gioco pericoloso: oggi al tappeto, la città di Nizza - conclude l’editoriale - potrebbe ben simboleggiare, nei prossimi anni, la vittoria definitiva della cultura mediterranea sul fanatismo barbaro".

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