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Nucleare Iran, ultimi metri in vista dell'accordo

Tra minacce e aperture, la trattativa sul nucleare in Iran prosegue a oltranza. Israele si riserva tutte le opzioni, compresa quella militare

Nucleare Iran, ultimi metri in vista dell'accordo

Oggi non sarà siglato alcun accordo sul nucleare iraniano. L'annuncio, fatto dall'Iran, sembra una doccia fredda. Ma il ministro degli esteri iraniano, Javad Zarif, assicura che le parti impegnate a Losanna nel negoziato potrebbero far uscire una dichiarazione congiunta "formale e pubblica" entro la mezzanotte. Insomma, dopo otto giorni di colloqui, l'accordo non c'è ancora. La nota sarà solo una dichiarazione, e non costituirà nessun "accordo", i cui dettagli tecnici saranno invece definiti più avanti. A conferma dello stallo c'è l'annuncio di Mosca: ai negoziati non c’è urgente bisogno di Sergei Lavrov, ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri russo, citato dall’agenzia di stampa Interfax, precisando di non sapere se il ministro tornerà o meno in Svizzera.

Le trattative erano proseguite per tutta la notte e sembrava di essere in dirittura d'arrivo. "Siamo ai metri finali, i più duri", aveva affermato ieri sera il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. Le delegazioni di Iran e 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gb e Germania) stanno provando a superare le divergenze su alcuni nodi che frenano l’intesa, in particolare i tempi della revoca delle sanzioni contro la Repubblica islamica.

Obama aveva ordinato a Kerry di ignorare lo sforamento della deadline per il preliminare (31 marzo) e di andare avanti. Lo ha fatto nel corso della videoconferenza con il team della sicurezza nazionale avvenuta nella notte del 1° aprile, quando la delegazione di Teheran sembrava mostrarsi intransigente. Obama sperava così, sottolinea il Nyt, di modificare la dinamica delle trattative. Ieri gli Stati Uniti hanno palesato un certo nervosismo, minacciando di lasciare Losanna senza trovare un accordo: "Non siamo per scadenze arbitrarie, ma non vogliamo nemmeno trattative senza fine", ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. E se non si riuscisse a raggiungere un'intesa, non si esclude l'inasprimento delle sanzioni. Il capo del Pentagono, Ashton Carter, sottolinea che anche "l’opzione militare sarà sul tavolo". Del resto in casi come questi, prevale sempre l'antico adagio: se vuoi la pace prepara la guerra. E fare la voce grossa minacciando conseguenze terribili "fa parte del gioco".

Ma Teheran non ha gradito l'uscita di Carter. "Queste dichiarazioni confermano il diritto iraniano a non fidarsi degli Stati Uniti e sicuramente non avranno alcun impatto sulle posizioni razionali, giuste e ben fondate dell'Iran rispetto alla questione nucleare". Lo ha detto il ministro della Difesa iraniano, Hossein Dehghan, in riferimento alle parole dell'omologo statunitense. L'unico obiettivo di queste "minacce ripetitive", ha detto Dehghan, è di "rovinare l'atmosfera razionale" dei colloqui in corso in Svizzera "in un momento delicato e complicato".

Israele ovviamente non resta a guardare e si riserva tutte le opzioni, compresa quella militare, per difendere la propria sicurezza in caso di un accordo tra Teheran e il gruppo del "5+1" sul programma nucleare iraniano: lo ha dichiarato una fonte del governo del premier Benjamin Netanyahu.

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