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Nuovo blitz al largo della Libia: ​Alan Kurdi recupera 40 migranti

A poche settimane dall'ultimo braccio di ferro, la ong tedesca torna in mare e recupera i migranti a bordo di un gommone

Nuovo blitz al largo della Libia: ​Alan Kurdi recupera 40 migranti

A poche settimane dall'ultimo braccio di ferro, che si è concluso con lo sbarco di 65 migranti nel porto della Valletta, la nave "Alan Kurdi" della ong tedesca Sea Eye ha già effettuato un'altra missione al largo delle coste del Nord Africa. Da un gommone recentemente partito dalla Libia ha, infatti, recuperato quaranta clandestini. "Tra loro - hanno fatto sapere su Twitter i volontari presenti a bordo - ci sono un neonato e due bambini piccoli". Dopo aver effettuato una prima assistenza sanitaria, il comandante ha deciso di far rotta verso l'Europa preparandosi così all'ennesimo scontro con i governi europei.

Lunedì scorso l'ong tedesca Sea Eye aveva annunciato di essere tornata nelle acque libiche e con l'occasione era tornata a battere cassa chiedendo donazioni online. Il prezzo suggerito? 14 euro per coprire un miglio nautico. "Buon viaggio - aveva augurato in quell'occasione il ministro dell'Interno, Matteo Salvini - ma state lontano dall'Italia". Quarantotto ore dopo la nave "Alan Kurdi", chiamata così in ricordo di Aylan, il bambino siriano che morì nel 2015 durante la traversata nell'Egeo e il cui corpo senza vita fu ritrovato su una spiaggia turca, ha già effettuato la prima operazione di "salvataggio" recuperando quaranta immigrati clandestini da un gommone che era partito da Tajoura, cittadina a est di Tripoli, dove si trovava il centro di detenzione per clandestini bombardato a inizio mese causando le morte di oltre cinquanta persone. "I migranti che abbiamo recuperato - ha fatto sapere l'ong tedesca - provengono da Nigeria, Costa d'Avorio, Ghana, Mali, Congo e Camerun".

Ora non resta che capire dove la "Alan Kurdi" deciderà di portare i quaranta immigrati. Il portavoce della ong tedesca, Gordon Isler, ha subito contattato varie autorità eha fatto sapere pubblicamente che, "geograficamente, il porto sicuro più vicino è quello di Lampedusa". "Vedremo come andranno le cose nelle prossime ore", ha aggiunto senza dare per certo lo sbarco in Italia. Salvini ha subito firmato il divieto di ingresso e di transito all'imbarcazione in acque territoriali italiane (guarda il video): "Sappiamo tutti dove possono andare, non certo in Italia...".

Infine il titolare del Viminale ha aggiunto: "Se la ong ha davvero a cuore la salute degli immigrati può far rotta verso la Tunisia: se invece pensa di venire in Italia come se niente fosse ha sbagliato ministro".

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