Cronache

Gli Occhi della Guerra ​premiati dall'Armenia

Il reporter Daniele Bellocchio si è recato infatti in Nagorno Karabakh per ricevere la medaglia al valore giornalistico per il suo reportage

Gli Occhi della Guerra ​premiati dall'Armenia

Un nuovo riconoscimento per Gli Occhi della Guerra è arrivato il 15 settembre. Il reporter Daniele Bellocchio si è recato infatti in Nagorno Karabakh per ricevere la medaglia al valore giornalistico per il suo reportage, pubblicato dalla nostra testata, sul conflitto nella regione caucasica.

A luglio Bellocchio aveva realizzato un servizio, pubblicato in due puntate da Gli Occhi della Guerra, sul conflitto che è tornato a infiammare la terra contesa tra Armenia e Azerbaijan.

Il lavoro (clicca qui per leggerlo) descrive la realtà di chi vive tra le montagne del Caucaso, mettendo a fuoco non solo la situazione geopolitica e militare, ma anche il dramma di intere generazioni che convivono con il conflitto, con la marzialità e con parole di belligeranza sempre più connaturate in una terra orfana di pace.

Il lavoro de Gli Occhi della Guerra è stato premiato per "l'onestà del lavoro giornalistico nel coprire il conflitto in Nagorno Karabakh", e al termine della cerimonia di premiazione il nostro reporter Daniele Bellocchio ha così parlato: "Sono estremamente emozionato e lusingato di ricevere questo premio, che non è soltanto un riconoscimento personale ma è una medaglia a tutto il gruppo de Gli Occhi della Guerra che crede in un giornalismo da svolgere recandosi nei luoghi dove la terra brucia, per cercare di raccontare in un modo onesto la nostra contemporaneità in tutti i suoi aspetti. Con gli occhi aperti sul presente, anche là dove a volte invece si vorrebbe chiuderli''. Poi in merito alla situazione nella regione contesa ha concluso dicendo: "Il Nagorno Karabakh è una porta tra Oriente e Occidente e come tutte le porte occorre che vengano lasciate aperte e siano strumento di confronto e dialogo.

La speranza é che si riesca ad arrivare a una soluzione pacifica nella regione, nel rispetto dei popoli e dei diritti umani".

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