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Il padre di Otto Warmbier: "Obama ha fatto poco per riportarlo a casa"

Non si placano le polemiche per la fine di Otto Warmbier, condannato in Corea del Nord a 15 anni di lavori forzati. Il ragazzo, tornato a casa una settimana fa, è morto. Dure accuse alla brutalità del regime di Pyongyang

Il padre di Otto Warmbier: "Obama ha fatto poco per riportarlo a casa"

Aveva fatto una ragazzata, rubando uno striscione della propaganda del regime nordcoreano in un albergo, e per questo era stato condannato a 15 anni di lavori forzati. Ma dopo diciassette mesi Otto Warmbier non ce l'ha fatta ed è morto. Si è spento a casa sua, a Cincinnati (Ohio), dove aveva fatto ritorno pochi giorni fa dopo il rilascio da parte di Pyongyang. Il presidente Donald Trump ha commentato così la notizia:"Non c’è nulla di più tragico per un genitore che perdere un figlio nel fiore degli anni. I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alla famiglia e agli amici di Otto e a tutti coloro che lo amavano" . La tragedia "rende più intensa la determinazione della mia amministrazione per prevenire queste tragedie che accadono a persone innocenti da parte di regimi che non rispettano le leggi e la decenza umana più basilare" . Ancora una volta - conlcude la nota - gli Stati Uniti condannano la brutalità del regime Nord Coreano e piangono la sua ultima vittima". La famiglia del ragazzo fa sapere che "le terribili torture e i maltrattamenti ricevuti da nostro figlio da parte dei nord coreani non potevano portare a nessun altro risultato". E come riporta il sito Breitbart, vicino a Trump, i Warmbier puntano il dito contro Barack Obama, che a suo dire ha fatto troppo poco per riportare a casa il ragazzo.

"Quando Otto è stato arrestato - racconta suo padre Fred Warmbier - l'amministrazione Usa ci ha chiesto di tenere un profilo basso mentre lavoravano per ottenere il suo rilascio. Abbiamo fatto così, senza risultato. All'inizio di quest'anno, Cindy (la mamma di Otto, ndr) ed io abbiamo deciso che la pazienza era finita. Siamo apparsi sui media e ci siamo recati a Washington per incontrare l'ambasciatore Joe Yun presso il Dipartimento di Stato. L'ambasciatore e la sua squadra, sotto la direzione del presidente, hanno risolto la situazione. riportando Otto a casa". Quando un giornalista gli ha chiesto se pensava che l'amministrazione Obama avrebbe dovuto fare di più, Warmbier ha risposto così: "Penso che i risultati parlano da soli".

La terribile fine di Warmbier fa riesplodere la polemica sulla brutalità del regime di Kim Jong-un. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha chiesto oggi a Pyongyang di liberare tutti i prigionieri sudcoreani e americani. . "La Corea del Nord mantiene ancora prigionieri sudcoreani e americani, deve restituirli rapidamente alle sue famiglie". In carica dal 10 maggio, Moon è fautore di una politica di dialogo con il Nord. Ma la condizione minima necessaria è il rispetto dei diritti umani, trattandosi di valori e norme universali". Secondo Seul sono almeno sei i sudcoreani detenuti in Corea del Nord. I prigionieri americani sono invece tre.

Anche la Cina è preoccupata per quanto è accaduto. La morte dello studente americano "è una vera tragedia", ha detto il portavoce del ministro degli Esteri cinese, Geng Shuang. "Spero che la Corea del Nord e gli Stati Uniti riescano a gestire questa situazione", ha aggiunto, precisando che "la Cina resta impegnata a risolvere le tensioni nella penisola di Corea attraverso il dialogo e il negoziato".

"Gli Stati Uniti non possono e non devono tollerare l'assassinio di un proprio cittadino da parte di potenze ostili", ha detto il senatore Usa John McCain, sottolineando che Warmbier è stato in pratica assassinato dal regime di Kim Jung Un. Nell'inviare le proprie condoglianze alla famiglia del giovane, il senatore repubblicano, che presiede la commissione Forze Armate, ha accusato la Corea del Nord di essere una seria minaccia per i Paesi della regioni e compiere abusi e violazioni dei diritti umani nei confronti dei suoi cittadini. "Ora ha alzato il tiro e brutalizza gli americani, compresi altri tre cittadini che al momento si trovano nelle prigioni nordcoreane", ha aggiunto McCain che ha poi ha ricordato l'allucinante vicenda di Warmbier, condannato a 15 anni di lavori forzati per aver rubato uno striscione della propaganda in un albergo.

"Nell'ultimo anno della sua vita ha vissuto l'incubo in cui i nordcoreani vivono intrappolati da 70 anni: lavori forzati, malnutrizione di massa, torture sistematiche e crudeli ed assassinii".

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