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Pechino schiera caccia a difesa del Mar Cinese Meridionale

"Questa è la fine di tutte le intrusioni non autorizzate". Il Pentagono pensa al rischieramento di artiglieria mobile

Pechino schiera caccia a difesa del Mar Cinese Meridionale

La Cina, con una mossa destinata ad aumentare ulteriormente le tensioni nella Regione, poche ore fa ha schierato caccia nell’isola di Woody, nella catena delle Paracel, nel Mar Cinese meridionale. Con la componente aerea già operativa, Pechino spera di chiudere tutte le “intrusioni” non autorizzate sulle isole contestate. La scorsa settimana, i cinesi hanno schierato sull’isola di Woody anche batterie missilistiche.

Il rischieramento è avvenuto poche ore dopo le affermazioni del Ministro degli Esteri Wang Yi, che ha annunciato l’intenzione di interdire “i pattugliamenti navali ed aerei degli Stati Uniti nell’area”.

Auspichiamo – ha aggiunto Yi – di non rilevare alcun bombardiere strategico americano sul Mar Cinese Meridionale (chiaro il riferimento al volo a bassa quota del B-52 a ridosso dei confini con la Corea del Nord avvenuto poche ore dopo l’ultimo test nucleare effettuato da Pyongyang). Wang ha poi annullato una visita precedentemente programmata al Pentagono per sopraggiunti impegni .

Precedentemente il suo omologo, John Kerry, aveva chiesto la fine – senza mai citare i cinesi - della militarizzazione nella Regione.

I servizi segreti americani hanno identificato caccia intercettori Shenyang J-11 e cacciabombardieri Xian JH-7. Il numero complessivi dei velivoli nell’isola di Woody non dovrebbe superare le dodici unità. Confermato il rischieramento di batterie missilistiche HQ-9 con una gittata di 200 chilometri. Gli Stati Uniti si oppongono alla militarizzazione del Mar Cinese Meridionale, auspicando una soluzione pacifica alle dispute in atto. Brunei, Malesia, Filippine, Taiwan, Vietnam, Corea del Sud, Giappone e Cina. Costellata da piccole isole, scogli e secche, il Mar Cinese Meridionale è al centro di una disputa territoriale che contrappone più paesi tra di loro. Tensioni che si sono acuite negli ultimi anni, perché la Cina ha recuperato circa tremila acri di terra in una massiccia operazione di dragaggio, costruendo aerodromi, porti e fari. L’isola di Woody è la più grande della catena Paracel. Ospita un aeroporto fin dagli anni ’90 e si trova a 250 miglia a sud est di un'importante base sottomarina cinese sull'isola di Hainan. La nuova pista di atterraggio realizzata dai cinesi è stata testata lo scorso novembre con velivoli militari e civili. La Cina rivendica Woody Island fin dal 1950, ma è contestata anche da Taiwan e Vietnam. Militarizzata l’isola di Woody, il Pentagono teme lo stesso destino per le isole Spratly. Pochi giorni fa, i satelliti hanno mostrato un radar ad alta frequenza in fase di costruzione in un'isola artificiale sul Cuarteron Reef, proprio nelle Spratly.

Secondo il Comando del Pacifico “la Cina sta chiaramente militarizzando il Mar Cinese Meridionale”. Barack Obama ha confermato che la sua amministrazione avrebbe continuato a sfidare le rivendicazioni territoriali di Pechino nella Regione ed a navigare in quelle acque, secondo quanto previsto dal Diritto internazionale.

Il Pentagono, intanto, starebbe vagliando alcune alternative. Quella al momento più condivisa tra i militari, prevede il rischieramento di artiglieria mobile, M109A6 "Paladin", nei territori degli alleati regionali per scoraggiare le minacce in entrata nel Mar Cinese Meridionale.

Se approvata, l'implementazione consentirebbe a Washington di mantenere alta la pressione nella Regione, con una dimostrazione di forza in virtù di quella “libertà di navigazione” annunciata dal Pentagono.

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