Mondo

La Le Pen trionfa alle regionali: adesso punta all'Eliseo

La vera posta in gioco delle elezioni regionali francesi è la corsa alle presidenziali del 2017. La leader vittoriosa del Front National userà il grande successo elettorale da trampolino di lancio verso il portone dell’Eliseo

La Le Pen trionfa alle regionali: adesso punta all'Eliseo

Altro che potere locale. La vera posta in gioco delle elezioni regionali francesi è la corsa alle presidenziali del 2017. Marine Le Pen, la leader vittoriosa del Front National, userà il grande successo elettorale da trampolino di lancio verso il portone dell’Eliseo. Per la Dama Nera che vola oltre al 40% nella regione Picardie-Nord-Pas-de-Calais l’exploit trasforma il suo movimento in una "forza di governo" pronta a trasferirsi nel cuore del potere.

"È la rivolta del popolo contro le elite - spiega la leader del Front National a RTL - i cittadini non sopportano più il disprezzo di una classe politica che per anni ha difeso i suoi interessi e non quelli del popolo". Agli occhi della Le Pen lo scrutinio locale sancisce "il definitivo ingresso" del Front National nella famiglia dei "grandi partiti" transalpini. "Siamo inarrestabili", pronosticava già nei giorni scorsi Marine. Che in testa a un unico chiodo fisso. E non è certo la presidenza del Nord-Pas-de-Calais per cui ha incassato uno primo score ma la corsa presidenziale del 2017. "Riconquisteremo i territori perduti della Repubblica", ha detto ieri sera commentando i primi risultati e lanciando slogan dai toni quasi presidenziali. "Vive la France, Vive la Rèpublique francaise". "Il Paese è in una situazione drammatica in termini di creazione di ricchezza - spiega a RTL - e il popolo francese ha ora voglia di cambiamento"..

L'esito delle scrutinio regionale è anche cruciale per delineare i rapporti di forza all’interno del centro destra. Fino a poche settimane fa i Rèpublicains guidati dall’ex presidente Nicolas Sarkozy continuavano a sperare in una marea neogollista. Per l’ex capo dello Stato eletto poco più di un anno fa alla guida del partito si trattava di imporsi anche al livello interno sugli altri sfidanti nelle primarie. E però, a tre settimane dallo choc degli attentati jihadisti di venerdì 13 novembre, molti potenziali elettori si sono voltati verso l’ultradestra lepenista. Indebolendo la posizione di Sarkozy e rafforzando invece quella dei suoi sfidanti nel voto interno del prossimo autunno. A partire da Alain Juppè, l’ex premier ed attuale sindaco di Bordeaux sempre più amato dai francesi. Nell’editoriale Vento di rabbia, Le Figaro sostiene che la rabbia dei francesi "viene da lontano" e ha fermentato trent'anni all'ombra dell’impotenza pubblica e delle sconfitte governative. "Una rabbia - scrive il foglio conservatore - nata sotto Francois Mitterrand, cresciuta sotto Jacques Chirac e Lionel Jospin, diminuita poi di nuovo cresciuta ai tempi di Nicolas Sarkozy, al ritmo della speranza e della delusione; ma è Francois Hollande che avrà, davanti alla Storia, il triste privilegio di averla fatta esplodere".

Tra i socialisti la parola d’ordine è resistere, resistere e resistere. "Si avvicina" titola su tutta la prima pagina il quotidiano della gauche Liberation mettendo in secondo piano, ancora sfocata, l’immagine della Le Pen. "Un terzo dei francesi ha votato per il Front National - scrive il direttore Laurent Joffrin nell'editoriale intitolato Nemico - ma i due terzi non vogliono la sua politica. In queste condizioni, la logica classica del nemico principale deve imporsi. Fra destra ed estrema destra, bisogna scegliere il male minore. Tutti i repubblicani devono capire che il peggio deve ancora venire. E fare di tutto per evitarlo". La disastrata maggioranza che fino ad oggi governava in 21 regioni su 22 (anche se la recente riforma territoriale le ha ridotte a 13) si trova ora in una situazione difficilissima. Nella Francia post-attentati lo straordinario balzo in avanti della popolarità di Francois Hollande non ha portato l’auspicato impatto positivo sui candidati socialisti alle regionali. Per molti di loro oggi è profondo rosso. A 16 mesi dalla corsa presidenziale il Ps deve ricostruire tutto. La svolta "neo-liberale" del premier Manuel Valls non sembra aver pagato. Agli occhi di molti una nuova alleanza con ecologisti e gauche radicale in vista del voto presidenziale sembra più che mai necessaria.

Il Front National alle porte del potere titola Le Parisien spiegando che "laddove i discorsi e le promesse di Francois Hollande avevano suscitato più speranze" si è creata "un’immensa attesa che oggi sfocia nella delusione". Ma a Parigi in molti credono che a Hollande l’avanzata lepenista possa quasi fare comodo. Nel caso di un eventuale ballottaggio contro di lei nella corsa presidenziale, sarebbe lui in posizione di vantaggio. In quel caso, infatti, si ripeterebbe lo scenario del 2002, quando Jacques Chirac si trovò al secondo turno contro Jean-Marie Le Pen. Quel giorno molti socialisti si trovarono costretti a turarsi il naso e votare per il candidato neogollista. Questa volta potrebbe verificarsi lo scenario contrario, con la destra moderata costretta a sostenere il socialista in nome del "patto repubblicano". Un’ipotesi da prendere assolutamente con le molle.

Oggi il Ps è a pezzi e la partita è ancora tutta da giocare.

Commenti