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Il piano Ue per bloccare i migranti: blocco navale davanti alla Libia

La Commissione avrebbe pronto un piano per chiudere la rotta libica dei migranti come era già stato fatto l'anno scorso con la rotta balcanica

Il piano Ue per bloccare i migranti: blocco navale davanti alla Libia

Se il 2016 era stato l'anno della chiusura della rotta balcanica dei migranti, con i flussi ridotti del 90% grazie all'accordo fra Turchia e Unione Europea, il 2017 potrebbe essere l'anno della chiusura della rotta libica. Questo, almeno, nelle intenzioni della Commissione Europea.

Il piano per fermare le partenze

Commissione che oggi a Malta dovrebbe presentare ai capi di Stato e di governo dei Paesi dell'Unione la bozza di un inedito piano per limitare fortemente le partenze dalle coste libiche dirette verso la Sicilia e le spiagge dell'Italia meridionale (oltre che, naturalmente, di Malta stessa). Nel progetto elaborato dall'Alto Commissario Federica Mogherini e dal Commissario per le Migrazioni Dimitris Avramopoulos la Ue dovrebbe chiedere al governo di Tripoli e al suo premier Fayez Al Serraj l'autorizzazione per le navi europee a entrare nelle acque territoriali libiche per il contrasto al traffico di esseri umani.

Il piano b: un blocco navale

Una concessione che è difficile da ottenere, si mormora già ai piani alti della Commissione. Per questo sarebbe già pronto un piano b, scrive Alberto D'Argenio su Repubblica: la proposta di un blocco navale realizzato con unità e uomini libici finanziati dalla Commissione con 200 milioni dell'African Trust Fund. Dietro a questa prima linea di difesa dovrebbero operare comunque le navi europee inquadrate all'interno della missione Sofia, con lo scopo di soccorrere i migranti alla deriva e di distruggere i barconi catturati.

Inoltre sarebbe allo studio un giro di vita sull'attività delle ong che operano al limite delle acque territoriali libiche: l'obiettivo è verificare se le azioni umanitarie rappresentino effettivamente un "pull factor" in grado di indurre gli scafisti a mettere in mare sempre più imbarcazioni e in condizioni sempre peggiori, contando sul pronto intervento delle navi europee.

"È responsabilità della Libia affrontare le perdite di vite, molte delle quali si registra vicino alle sue coste - ha dichiarato oggi la Mogherini - Dobbiamo tutti fare di più e farlo insieme - ha spiegato - non esiste una soluzione magica o immediata per risolvere questo problema che è molto complesso".

Un milione di migranti pronti a partire

Il piano, che incassa il supporto dei governi italiano e maltese (Malta detiene al momento la presidenza di turno dell'Unione, ndr), avrebbe però ricevuto anche l'appoggio dei Paesi del gruppo di Visegrad, da sempre contrari ai piani di solidarietà europei sui migranti.

L'obiettivo di Mogherini ed Avramopoulos è bloccare il milione di persone che si stima pronte a partire, nel corso della prossima estate, dalle spiagge della Libia. Dopo la chiusura della rotta balcanica, infatti, i migranti che salpano dalle coste libiche verso i Paesi dell'Europa meridionale, rappresentano il 90% del totale. Nel 2016 sono stati 181mila gli ingressi clandestini in Europa attraverso il Mediterraneo centrale: il 18% in più rispetto all'anno precedente.

Tutti gli ostacoli al piano Ue

Per realizzare effettivamente un blocco delle partenze, però, bisogna superare molti ostacoli: a differenza della Turchia, infatti, la Libia non può contare su un governo centrale forte in grado di controllare efficacemente il territorio.

Le partenze dalla Libia rappresentano inoltre solo una parte di quelle che si registrano ogni anno sulle coste del Maghreb: i migranti salpano con regolarità anche dalle coste di Algeria, Tunisia ed Egitto, dove possono oltretutto contare sulla presenza di una rete di trafficanti consolidata negli anni.

Anche in questo caso, il compito della Ue non sarà facile.

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