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Quelle dichiarazioni "razziste" di Reagan svelate dalla stampa Usa

Le parole “razziste” di Reagan sarebbero state da lui pronunciate nel 1971, durante una conversazione con l’allora presidente Nixon

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Negli Stati Uniti stanno ricevendo grande visibilità alcune dichiarazioni “razziste” pubblicate dai media nazionali e da questi attribuite all’ex presidente Ronald Reagan.

Sulle testate americane sta infatti circolando la trascrizione di una telefonata che, a loro dire, l’esponente repubblicano avrebbe fatto nel 1971, caratterizzata da commenti offensivi a carico dei popoli africani. A diffondere per primo il contenuto compromettente della conversazione è stato il mensile The Atlantic.

Nell’ultimo numero di tale rivista figurano appunto le presunte parole “razziste” pronunciate quarantotto anni fa dal politico coservatore, all’epoca governatore della California, nel corso di una chiacchierata via telefono con l’allora inquilino della Casa Bianca Richard Nixon.

La conversazione in questione avrebbe avuto come oggetto il voto dell’Assemblea generale Onu sull’espulsione di Taiwan dall’organizzazione internazionale. Nel 1971, il Palazzo di Vetro decideva di estromettere l’isola asiatica e di assegnare contestualmente alla Cina comunista il seggio revocato a quest’ultima. In quell’occasione, la delegazione americana aveva votato contro l’ammissione alle Nazioni Unite dell’esecutivo di Pechino e, una volta concretizzatasi la sconfitta della linea pro-Taiwan promossa dagli Usa e dai loro alleati in Assemblea generale, avrebbe di conseguenza manifestato il proprio disappunto verso i Paesi schieratisi a favore delle autorità maoiste.

Anche Ronald Reagan avrebbe allora esternato la sua rabbia verso i membri Onu responsabili di avere decretato l’espulsione dell’isola asiatica e, nella telefonata incriminata, avrebbe rivolto parole di fuoco in particolare contro i delegati della Tanzania, colpevoli di avere dato vita a un’“esultanza sfrenata” per festeggiare l’ammissione della Cina comunista nell’istituzione internazionale. I rappresentanti dello Stato africano, in quel frangente, avevano appunto salutato l’addio di Taiwan al Palazzo di Vetro “esibendosi in alcune loro danze tradizionali”.

Tale atteggiamento dei delegati tanzaniani sarebbe stato all’epoca commentato da Reagan con questi toni: “Come ballavano contente quelle ... scimmie africane, senza scarpe e seminude”. In base a quanto riportato da The Atlantic, Nixon avrebbe reagito“sghignazzando” alle dichiarazioni indirizzate dall’allora governatore della California contro i rappresentanti dell’ex colonia britannica.

Il contenuto della chiacchierata intercorsa quarantotto anni fa tra i due esponenti repubblicani è stato presentato come “assolutamente autentico” da Tim Naftali, professore di Storia presso la New York University nonché ex direttore della Nixon Presidential Library. È stato proprio questo accademico a passare alla rivista statunitense la trascrizione relativa al presunto “razzismo” di Reagan, da lui "casualmente rinvenuta" nel corso di alcune sue ricerche condotte presso l’archivio documentale nazionale Usa.

Lo stesso Naftali ha poi affermato ai microfoni dei principali network americani:“Reagan ha improntato il suo mandato presidenziale a un acceso disprezzo verso i popoli africani. Egli, quando era alla Casa Bianca, ha infatti sostenuto con forza il governo segregazionista sudafricano nonché i movimenti pro-apartheid attivi in Angola e Mozambico. La telefonata pubblicata di recente non fa quindi altro che confermare quanto avevamo finora dedotto semplicemente analizzando le sue scelte di politica estera”.

Lo storico ha poi precisato di non avere avuto bisogno del consenso dei familiari dell’esponente repubblicano per fornire alla stampa la trascrizione della chiacchierata in questione, poiché, con la morte dell’ex presidente avvenuta nel 2004, sarebbe venuto meno il diritto degli eredi Reagan di ostacolare per motivi di riservatezza la divulgazione di informazioni sul defunto politico repubblicano.

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