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Il quotidiano sequestrato in Turchia stravolto in foglio filo-governativo

Lo Zaman torna in edicola e l'apertura racconta dell'inaugurazione del terzo ponte sul Bosforo

Il quotidiano sequestrato in Turchia stravolto in foglio filo-governativo

C'è una ragione se, nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Freedom House, in cui 0 è il miglior punteggio possibile e 100 il peggiore, la Turchia si posiziona saldamente nella metà "alta" da sei anni consecutivi.

La ragione è un costante deterioramento delle condizioni per chi nei media ci lavora, con leggi che garantiscono al governo poteri di censura straordinari e che hanno portato negli scorsi mesi alla chiusura di molte testate, in più occasioni poi tornate in edicola con una linea editoriale spudoratamente filo-governativa.

L'ultimo caso in ordine di tempo è quello dello Zaman, legato alla galassia mediatica che fa capo all'imam Fethullah Gülen e accusato dalla magistratura e dalle autorità di fare parte di uno "Stato profondo" grazie al quale il nemico giurato del presidente Erdoğan punterebbe a sovvertire le organizzazioni statali.

Due giorni fa la magistratura ha preso il controllo dello Zaman, uno dei pochi quotidiani del Paese a pubblicare quotidianamente anche una versione in inglese e su posizioni fortemente contrarie all'establishment, imponendone il commissariamento. Una decisione che ha portato a duri scontri a Istanbul tra la polizia e i manifestanti accorsi alla redazione.

L'ultimo numero "pensato" dalla redazione è stato pubblicato ieri, con un'apertura di prima pagina che parlava dei "giorni bui" che la stampa turca sta attraversando. Poi l'intervento dei commissari, con la chiusura del sito internet e la preparazione di un numero, quello di stamattina, dal tono nettamente differente.

La prima pagina di oggi racconta l'inaugurazione del terzo ponte sul Bosforo da parte del presidente Erdoğan. Ed è invece la France Press a raccontare quello che accade in redazione. "Internet è chiuso, non possiamo utilizzare il nostro sistema", ha spiegato all'agenzia un giornalista dello Zaman. E l'edizione di oggi, inutile sottolinearlo, non è farina del loro sacco.

La stessa sorte dello Zaman

html" target="_blank" data-ga4-click-event-target="internal" rel="noopener">era toccata a ottobre a Bugün e Millet, due giornali altrettanto vicini a Gülen, prima chiusi e poi tornati in edicola con titoli che celebravano la giornata della Repubblica, dopo il commissariamento del gruppo Ipek.

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