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La Russia espelle due diplomatici tedeschi

La decisione del Cremlino è una contromisura all’espulsione di due diplomatici russi da parte della Germania in seguito all’omicidio del ceceno Khangoshvili

La Russia espelle due diplomatici tedeschi

Occhio per occhio, dente per dente: la Russia ha deciso di espellere due diplomatici tedeschi appellandosi al principio di reciprocità.

La decisione del Cremlino è infatti una contromisura all’espulsione maturata all’inizio di dicembre di due diplomatici russi da parte della Germania. Secondo quanto riferiscono le agenzie russe, il ministero degli Esteri di Mosca ha convocato l’ambasciatore tedesco in terra russa, Geza Andreas von Geyr, per informarlo che due impiegati dell’ambasciata tedesca sono stati dichiarati "persone non grate". I due hanno adesso sette giorni di tempo per lasciare la Russia.

"Come misura di ritorsione, la Russia ha deciso di dichiarare due persone dell'ambasciata tedesca "persone non grate"" si legge nella nota diffusa dallo stesso ministero degli Esteri. La misura di Mosca, come detto, è analoga a quella decisa la scorsa settimana dalle autorità di Berlino per il caso dell’omicidio del dissidente ceceno con cittadinanza georgiana, Zelimkhan Khangoshvili.

Khangoshvili era un ex comandante ribelle ceceno arrivato in Germania come richiedente asilo. Lo scorso 23 agosto l’uomo è stato ucciso in un parco della capitale tedesca mentre si stava recando a pregare in una moschea. Il presunto assassino, un russo, è stato arrestato poco dopo; i pubblici ministeri che si sono occupati dell’inchiesta hanno dichiarato che dietro l’omicidio potrebbe esserci il governo russo.

Il caso Zelimkhan Khangoshvili

È per questo motivo che il ministero degli Esteri tedesco, lo scorso 4 dicembre, ha espulso due diplomatici al servizio di Mosca. Il motivo di una simile decisione, ha spiegato lo stesso ministero all’ambasciatore russo a Berlino, Sergej J. Netschajew, sarebbe stata la mancata collaborazione della Russia nelle indagini sull’omicidio di Khangoshvili. La procura federale ha confermato di aver raccolto prove a sufficienza per ritenere che l’uccisione del ceceno possa esser stata compiuta “o per conto delle autorità statali russe o per conto della Repubblica cecena autonoma, parte della Federazione russa”.

Angela Merkel si era lamentata esplicitamente a causa del mancato supporto fornito da Mosca sul caso Khangoshvili: “Nei rapporti bilaterali è già un fatto il non avere ricevuto da parte della Russia alcun aiuto attivo nel chiarimento di questo caso”. Le parole della cancelliera tedesca hanno provocato prima la reazione verbale di Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo (“Risponderemo all’espulsione dei nostri diplomatici”), poi l’azione concreta di Mosca, che come detto ha espulso due ambasciatori tedeschi.

Ricordiamo che Khangoshvili faceva parte del sedicente Emirato del Caucaso, un gruppo separatista ceceno considerato dalla Russia un’organizzazione terroristica.

Mosca non ha chiesto l’estradizione del presunto assassino russo attualmente arrestato dalle autorità tedesche con l’accusa di aver ucciso il ribelle ceceno.

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