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Sondaggio: la sfida finale tra Trump e Clinton

Secondo Cnn/Orc Trump ha aumentato il suo vantaggio a livello nazionale portandolo a oltre 30 punti sugli inseguitori, col 49% delle preferenze contro il 16% di Marco Rubio e il 15% di Ted Cruz. In campo democratico la Clinton è avanti di quasi 20 punti su Bernie Sanders, col 55% delle preferenze contro il 38% del senatore

Sondaggio: la sfida finale tra Trump e Clinton

La sfida finale per la Casa Bianca? Sarà tra Donald Trump e Hillary Clinton. A dirlo, alla vigilia del Super Tuesday (appuntamento elettorale in cui si vota in decine di Stati), è l'ultimo sondaggio Cnn/Orc. Trump ha aumentato il suo vantaggio a livello nazionale, portandolo a oltre 30 punti sugli inseguitori, col 49% delle preferenze contro il 16% di Marco Rubio e il 15% di Ted Cruz. In campo democratico, invece, la Clinton è avanti di quasi 20 punti su Bernie Sanders, col 55% delle preferenze contro il 38% del senatore.

Nel Super Tuesday i repubblicani voteranno in 11 Stati: in palio 595 delegati. Questi gli Stati al voto: Alabama, Arkansas, Georgia, Massachusetts, Oklahoma, Tennessee, Texas, Vermont e Virginia, e i caucus in Minnesota e Alaska. In programma anche i caucus in Colorado e Wyoming (e chiusura caucus in North Dakota), ma senza preferenze presidenziali: i delegati sceglieranno in un secondo momento il loro candidato preferito per la convention nazionale. Per ottenere la nomination del Grand Old Party occorrono 1.237 delegati. Dopo 4 Stati Trump è in testa con 82 delegati, seguito da Ted Cruz con 17 delegati, e Marco Rubio con 16. Più lontani John Kasich (6) e Ben Carson (4). In base ai sondaggi Trump potrebbe vincere in tutti gli Stati in palio: l'unico in dubbio è il Texas (Cruz è avanti), quello che assegna più delegati (155). Solo la California ne assegna di più (172). La media dei sondaggi realizzata dal sito Real Clear Politics assegna a Cruz 7,2 punti di vantaggio su Trump: se non dovesse vincere nel suo Stato sarebbe impossibile, per lui, sperare di battere Trump altrove. Lo stesso discorso vale per Rubio nella sua Florida (15 marzo). Se nel Super martedì Trump riuscirà a conquistare tra 240 e 300 delegati, resteranno pochi dubbi sul fatto che sia destinato a diventare il candidato del Gop alle presidenziali di novembre. Un obiettivo che pochissimi avrebbero ritenuto possibile, prima che la corsa prendesse il via.

I democratici votano in 12 Stati, con 894 delegati in palio. Questi gli Stati dove si vota: Alabama, Arkansas, Georgia, Massachusetts, Oklahoma, Tennessee, Texas, Vermont e Virginia; in Minnesota, Colorado e nelle Samoa americane sono in programma i caucus. Perottenere la nomination democratica occorrono 2.383 delegati. Fino ad ora Sanders ha tenuto testa alla Clinton, con un netto successo in New Hampshire, un "pareggio" in Iowa e due sconfitte, in Nevada e South Carolina, quest'ultima maturata con un distacco pesante (47,5 punti). Al momento sono 91 delegati assegnati alla Clinton, 65 per Sanders. Il senatore del Vermont, però, ha grossi problemi con i superdelegati (governatori, senatori, deputati, ecc): 453 a 20 per l'ex segretario di Stato. Spostandosi a Sud è molto probabile che emerga la debolezza struttuarale della candidatura di Sanders, riuscito ad attirare il voto dei giovani, dei bianchi progressisti e anche delle donne, ma non degli afroamericani, come dimostrato anche dal South Carolina, dove quasi nove elettori neri su dieci hanno preferito la Clinton. Secondo Nate Silver, guru dei dati statistici, per avere qualche chance di successo Sanders dovrebbe vincere, oltre che nel suo Vermont e in Massachiussets, anche in Minnesota, Colorado, Oklahoma e Tennessee. Impresa non proprio facile.

La Clinton punta al Texas

Dopo la travolgente vittoria in South Carolina Hillary Clinton punta a fare il bis in Texas. Il "Lone Star State" è considerato il premio più ambito del Super Tuesday: in Texas sono in palio 222 delegati e una decisa vittoria dell'ex segretaria di Stato, rchiuderebbe la strada a Sanders. Tra i democratici molti sono convinti di una cosa: nessuno Stato è più adatto del Texas a dare alla campagna della Clinton l'aurea di "inevitabilità" della sua nomination, come nota il Washington Post. Ma per ottenere il risultato la Clinton dovrà dimostrare di imporsi non solo fra gli afroamericani, ma anche fra i latinos e i bianchi.

Qui l'ex first lady può comunque contare su un ampio supporto che già le fece vincere le primarie nel 2008 contro Obama.

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