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Spagna, arriva l'ok della Corte Suprema: spostati i resti di Franco

Via libera dalla Corte suprema spagnola alla esumazione di Francisco Franco. Esultanza da parte del premier Pedro Sanchez

Spagna, arriva l'ok della Corte Suprema: spostati i resti di Franco

Le spoglie di Francisco Franco possono essere trasferite. La querelle sul dittatore spagnolo può terminare così, con la disposizione della Corte Suprema iberica, che ha sentenziato in maniera positiva e accordabile rispetto al disegno del premier incaricato Pedro Sanchez. La Valles de los Caìdos, che ha avuto un ruolo simbolico nel processo di pacificazione nazionale, non ospiterà più la tomba del caudillo deceduto nel 75'. E il leader socialista spagnolo ha subito espresso soddisfazione a mezzo stampa, parlando di una "vittoria per la democrazia", così come riportato dall'Agi. Nonostante l'intervento presenti la necessità di una esumazione. Quel che rimane dell'ideatore del franchismo, poi, non sarà sepolto a Madrid. Quella era, nel caso in cui la Corte avesse deliberato in tal senso, la destinazione individuata dalla famiglia. Adesso la salma dovrebbe finire nella periferia della capitale iberica, in prossimità della dimora scelta da Franco quando era a capo del governo nazionalista: El pardo Mingorrubio, un paesino.

Tra i più contrari a questa operazione - come ricorderete - vale la pena annoverare alcuni esponenti della Chiesa cattolica. Il benedettino incaricato nella diocesi di riferimento del mausoleo si è opposto in maniera continuativa alla traslazione. Un'azione che passa agli archivi. Il massimo organo di tribunale aveva stoppato Sanchez e le sue vellità. Nel corso della passata estate, sembrava che i resti di Franco fossero destinati a rimanere dov'erano stati collocati. Pedro Sanchez, per quanto abbia avuto più di un impedimento nella formazione di quello che sarebbe dovuto essere un esecutivo schierato parecchio a sinistra, ha vinto questa battaglia, che non è solo politica, ma anche culturale. Perché riguarda tanto una ferita quanto una fase convulsa della storia spagnola. Come ricordato su IlCorriere.it, peraltro, la questione ha origini datate: Zapatero, un altro ultra progressista, aveva pensato alla medesima parabola. Con i dovuti distinguo, si può parlare di una determinazione della sinistra spagnola: evitare le rievocazioni e gli afflussi di nostalgici, un po'come avviene a Predappio. La Spagna si prepara così al ritorno alle urne: il prossimo 10 novembre, infatti, gli spagnoli si esprimeranno ancora. E Sanchez potrà raccontare agli elettori massimalisti di avere contribuito, con le sue idee, a quanto raccontato.

"Giustizia, memoria e dignità", ha sottolineato ancora il politico del Partito socialista operaio a mezzo Twitter.

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