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Lo Stato islamico abbatte un caccia libico su Bengasi

Il MiG-23 è stato abbattuto a Qaryunes durante una missione contro le posizioni dei mujaheddin del Consiglio dei Rivoluzionari della Shura di Bengasi. Mistero sulle sorti del pilota

Lo Stato islamico abbatte un caccia libico su Bengasi

Lo Stato islamico ha abbattuto un caccia del governo libico sopra la seconda città più grande del paese, Bengasi. La conferma arriva direttamente dal governo lealista della Libia orientale.

Il caccia intercettore MiG-23 è stato abbattuto durante un raid contro i fondamentalisti dell’Isis. L’aviazione libica precisa che è il terzo caccia perso in 40 giorni. Il MiG-23 non sarebbe stato abbattuto da un missile terra-aria spalleggiabile (significherebbe un’evoluzione delle capacità dello Stato islamico), ma dai cannoni antiaerei schierati in gran numero a difesa dello spazio aereo di Bengasi. Il MiG è stato abbattuto a Qaryunes, a nord-ovest della seconda città più grande della Libia, durante una missione contro le posizioni dei mujaheddin del Consiglio dei Rivoluzionari della Shura di Bengasi (BRSC). Le sorti del pilota sono incerte. Sarebbe riuscito a lanciarsi ed atterrare illeso, ma potrebbe essere stato catturato dai fondamentalisti. Lunedì scorso un altro MiG-23 si è schiantato nei pressi della città di Derna, durante un raid contro postazioni Isis. In quel frangente, il governo libico parlò di guasto tecnico. Lo Stato islamico controlla anche la città costiera di Sirte e nelle ultime settimane ha fatto progressi spingendosi verso Misurata.

L’Isis ha abbattuto almeno due F-16 ed un numero imprecisato di elicotteri in Siria ed Iraq, ma questo sarebbe il primo caccia abbattuto in Libia. F-16, elicotteri ed un MiG-23: piattaforme con diversa tangenza operativa, ma ugualmente abbattute. Sarebbe opportuno capire la reale potenza antiaerea dello Stato islamico. E’ possibile immaginare che sistemi d’arma come i MANPADS (sia della famiglia Strela che Stinger) trafugati prima dagli arsenali di Saddam e poi da quelli dell’esercito regolare lealista, siano giunti in Libia. Se i terroristi avessero tali capacità su larga scala, l’intera strategia aerea della Coalizione (che si basa su un contesto ostile ma permissivo) potrebbe essere rimessa in discussione.

Come, infine, queste armi siano giunte in Libia e come Bengasi sia stata fortificata con postazioni antiaeree spostate sotto il naso dei velivoli spia Occidentali in volo 24 ore su 24 in Libia, questo è un altro discorso.

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