Cronache

Penka, mucca "clandestina"

Negli scorsi giorni una mucca bulgara è sfuggita al proprio padrone attraversando il confine con la Serbia. Rintracciata, è stata in seguito bloccata alla frontiera e messa in quarantena. Grande mobilitazione sui social per il suo destino

Penka, mucca "clandestina"

La vicenda della mucca Penka ha dell’incredibile. Inizia in Bulgaria occidentale a fine maggio quando un contadino locale, Ivan Haralimpiev, si accorge che manca una delle sue vacche. Penka, per l’appunto. A sua insaputa, il bovino aveva attraversato il vicino confine con la Serbia nella località di Oltomantsi, uscendo dall’Ue.

Quando l’uomo si reca nello stato limitrofo per riprendersi l’animale, sorgono i problemi alla frontiera. Sprovvista infatti del documento europeo necessario per l’espatrio di bestiame da un Paese all’altro, la povera Penka – che si vociferava fosse incinta, voce poi smentita – viene fermata dai doganieri e messa in quarantena. Inizialmente si paventa l’ipotesi della macellazione come previsto da protocollo.

Subito si scatena un incredibile caos mediatico e la notizia delle sorti del bovino fa rapidamente il giro del mondo. Viene ripresa dai maggiori tabloid inglesi, Russia Today, Die Welt e persino dal The India Today, quotidiano del paese dove le mucche sono considerate creature sacre.

Alle accuse di troppa eurocrazia e insensibilità nei confronti dell’animale, una portavoce della commissione Ue prende parola difendendo Bruxelles: «Non creiamo panico su Penka, nessuno ha deciso di abbatterla, si sta solamente verificando che sia in buone condizioni di salute».

La dichiarazione non impedisce tuttavia al popolo della rete di diffondere l’hashtag #savePenka (salviamo Penka) né di aderire alla petizione ufficiale lanciata su Change.org, che raccoglie in pochi giorni oltre 30mila firme.

Sul web interviene addirittura Paul McCartney. L’ex cantante dei Beatles dedica su Facebook un post al salvataggio dell’animale. “Penso che sarebbe bello dar sollievo a questa mucca incinta. Non ha fatto niente di male. Firmate se siete d’accordo.”

L’apprensione per le sorti di Penka si esaurisce soltanto nella giornata di ieri (lunedì 11 giugno, nda) quando l’Agenzia bulgara per la sicurezza alimentare dichiara che il bovino è in ottime condizioni di salute e che pertanto potrà tornare dal suo padrone. La vicenda si conclude così per il meglio.

Di certo, Penka non immaginava quanto avrebbe fatto parlare di sé in questi giorni arrivando addirittura a diventare, per alcuni, l’emblema di tutti quei migranti che in questi anni si sono visti negare in frontiera l'accesso a un altro paese.

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