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Stragi Usa, Trump chiede maggiori controlli sulle armi

Il tycoon bacchetta però i media dopo le stragi di El Paso e in Ohio e afferma: "Le fake news hanno contribuito molto alla rabbia e all'ira che si sono accumulate per molti anni"

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Sono anche le fake news, ha sottolineato in queste ultime ore il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ad aver alimentato la rabbia e l'ira che si sono manifestate in tutta la loro efferettazza e tragicità nelle stragi di El Paso e Ohio. "I media hanno una grossa responsabilità per la vita e la sicurezza nel nostro paese. Le fake news hanno contribuito molto alla rabbia e all'ira che si sono accumulate per molti anni. La copertura degli eventi deve iniziare ad essere equa, imparziale ed equilibrata o questi terribili problemi non faranno che peggiorare", ha scritto su twitter Trump.

Nel suo discorso alla nazione, il Presidente degli Stati Uniti ha ribadito che "l'intolleranza e il suprematismo bianco vanno condannati, è un'ideologia che va sconfitta" e che "l'odio non ha posto in America, distrugge le menti e le anime". "Possiamo e dobbiamo fermare questo contagio del male e onorare la memoria sacra di coloro che abbiamo perso" ha aggiunto. Trump vuole che chi compie stragi come quelle di El Paso e Ohio sia punito con la "pena capitale". Il presidente americano ha affermato di averne parlato con il ministro della Giustizia, William Barr, sottolineando che le esecuzioni devono essere "messe in ato rapidamente e senza rinvii di anni".

Il tycoon, dopo le stragi di ieri, propone di rafforzare i controlli sulla vendita di armi e chiede una riforma delle norme sull'immigrazione: "Non possiamo lasciare che coloro che sono stati uccisi a El Paso, in Texas e Dayton, Ohio, muoiano invano. Lo stesso vale per i feriti gravi. Non possiamo mai dimenticarli e tutti quelli che sono venuti prima di loro", ha scritto su Twitter. "Repubblicani e democratici devono unirsi e fare in modo che ci siano forti controlli sui precedenti, magari unendo questa norma alla riforma sull'immigrazione di cui abbiamo disperatamente bisogno. Dobbiamo fare in modo che qualcosa di buono, se non addirittura grandioso, esca da questi due tragici eventi". Il presidente ha ordinato di tenere le bandiere nazionali a mezz'asta.

Ma negli Usa la polemica divampa e repubblicani e democratici si accusano a vicenda. "Abbiamo assistito a un aumento dei crimini d'odio in ognuno degli ultimi tre anni, durante un'amministrazione dove il presidente chiama i messicani stupratori e criminali" e "cerca di far sì che abbiamo paura di loro", Trump "è razzista e alimenta il razzismo: questo non solo ci offende, ma cambia in modo fondamentale lo spirito del Paese e porta alla violenza".

Nel frattempo, il Messico annuncia che valuterà azioni legali per esigere la protezione dei suoi cittadini negli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, commentando la sparatoria di sabato scorso a El Paso, città del Texas al confine col Messico, nella quale almeno 20 persone sono state uccise, tra cui non meno di sette cittadini messicani. "Il Messico condanna questo atto di barbarie in cui hanno perso la vita messicani innocenti. Il presidente della Repubblica mi ha dato istruzioni affinchè questa indignazione si traduca in azioni legali efficaci per esigere la protezione dei messicani negli Stati Uniti", ha detto il ministro in un video pubblicato sulla sua pagina Twitter.

Città del Messico ha inoltre annunciato che potrebbe presentare una denuncia per terrorismo. "Consideriamo quanto avvenuto un atto di terrorismo contro la comunità messicano-statunitense e contro i cittadini messicani negli Stati Uniti", ha detto Ebrard parlando ieri in conferenza stampa. "Siamo in contatto con la procura generale per valutare la possibilità di sporgere denuncia per terrorismo contro connazionali messicani negli Stati Uniti", ha dichiarato.

L'iniziativa, ha aggiunto, permetterà al Messico di avere accesso alle indagini.

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