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Trump sceglie Conte come vicino di tavola: occhi puntati sulla Libia

Per il premier italiano nessun incontro bilaterale con Trump, ma saranno seduti vicini a tavola: una scelta non casuale, che dimostra la simpatia del presidente Usa per Conte

Trump sceglie Conte come vicino di tavola: occhi puntati sulla Libia

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fa il suo debutto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Domani parlerà alla plenaria e sarà un passaggio molto importante per la sua carriera politica. Importante ma non quanto potrebbe rivelarsi un passaggio successivo: il pranzo. Perché secondo Il Corriere della Sera, che ha raccolto delle indiscrezioni direttamente da New York, "Il protocollo Onu ha assegnato a Conte la sedia accanto a quella di 'The Donald' che dovrebbe ritrovarsi sull'altro lato lo stesso Guterres". In sostanza, il premier avrà modo di conversare per almeno un'ora direttamente con il presidente degli Stati Uniti e il Segretario generale dell'Onu.

La disposizione dei posti a tavola non è una scelta casuale. E quindi non è da sottovalutare la presenza di Conte al fianco di Donald Trump. Di norma, in occasione di questi pranzi o cene ufficiali, viene chiesto alla Casa Bianca il gradimento su chi avrà al suo fianco. E il fatto che Trump abbia scelto Conte è un segnale evidente di come il governo italiano sia oggettivamente gradito a quello americano. Una simpatia umana ma anche, ed è fondamentale ricordarlo, strategica.

È chiaro che non si tratta di un incontro bilaterale, quindi la scelta di avere Conte vicino non va sopravvalutata. Nell'agenda del presidente Usa sono previsti incontro con Moon Jae-in Abdel Fattah Al-Sisi, Emmanuel Macron, Benjamin Netanyahu, Shinzo Abe e Theresa May. Non è previsto quindi un incontro ufficiale con Conte. Ma è altrettanto evidente che siamo di fronte a una scelta di "simpatia" che aiuta a comprendere la sinergia che si è instaurata, in questi ultimi mesi, fra Roma e Washington. E Conte dovrà sfruttare molto bene l'opportunità offerta da questo tavolo.

Il pranzo di oggi è l'unico momento in cui potrà conversare con Trump quasi faccia a faccia. E l'Italia ha parecchie questioni di cui discutere con gli Stati Uniti, che in questa riunione dell'Assemblea generale si concentreranno in particolare sull'Iran. Per Roma è evidente l'interesse a distendere i toni fra Iran e Usa in chiave anche di sostengo alle nostre aziende che investono nel mercato iraniano. Ma è altrettanto evidente come sia la Libia il tema intorno cui ruoteranno i discorsi del premier italiano e del presidente americano.

Proprio per questo, Enzo Moavero Milanesi è arrivato ieri a New York e ha avviato una serie di contatti per preparare la Conferenza internazionale sulla Libia, prevista a novembre in Sicilia.

L'obiettivo del governo italiano, come spiega Giuseppe Sarcina per Il Corriere, è coinvolgere il più possibile Washington e appianare le divergenze con Macron per ottenerne una più proficua collaborazione, Non a caso, domani, Moavero incontrerà il suo omologo francese Jean-Yves Le Drian.

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