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Trump su Twitter cita Mussolini

A due giorni dall'atteso Super Tuesday il candidato repubblicano su Twitter cita una frase di Benito Mussolini, ripresa dall’account "ilduce2016". Poche ore dopo esce allo scoperto Gawker, un blog di gossip: "Così abbiamo ingannato Trump"

Trump su Twitter cita Mussolini

"Meglio vivere un giorno da leone che 100 giorni da pecora". Donald Trump su Twitter cita una frase di Mussolini, ripresa dall’account "ilduce2016", profilo che sul social network si identifica con una foto taroccata del duce con l'inconfondibile capigliatura bionda di Trump.

Non si capisce se sia una gaffe o una provocazione volontaria. Di sicuro il candidato repubblicano finirà di nuovo nell’occhio del ciclone dopo che nei giorni scorsi ha ritwittato i messaggi di alcuni suprematisti bianchi ed ha incassato l’appoggio dell’ex leader del Ku Klux Klan.

Ma di chi è l'account Twitter "ilduce2016"? Difficile saperlo con esattezza. Un dettaglio interessante: tra i pochi follower ce ne sono ben sei riconducibili alla campagna elettorale di Trump, tra cui alcuni appartenenti a strettissimi collaboratori della campagna elettorale del tycoon. Un'abile mossa per scatenare un nuovo polverone mediatico e finire, ancora una volta, su tutti i giornali, a due giorni dal voto del Super Tuesday? Oppure è solo una mossa per gettare discredito sul candidato, facendolo apparire un estremista?

Qualche ora dopo si fa vivo colui che dice di essere il vero autore dell'account, Gawker, il blog newyorkese di gossip. "Abbiamo realizzato un account Twitter con Mussolini per vedere se Donald Trump era stupido abbastanza da ritwittarlo. Lo è stato!", ha twittato Gakwer. L'account Twitter "ilduce2016" sarebbe stato creato lo scorso anno da Ashley Feinberg, di Gawker, per la pubblicazione di "frasi e discorsi di Mussolini. Frasi tutte attribuite all'uomo d'affari e candidato alla presidenza Donald Trump. Questa mattina Trump ha ritwittato l'account", afferma Gawker, spiegando come è riuscito a ingannare Trump.

"Sapevo di citare Mussolini, ma è una bella citazione - dice Trump in un'intervista a Msnbc -. Che differenza fa se è Mussolini o un altro? È una citazione interessante". Quando gli chiedono se desideri essere associato a un fascista, risponde sicuro di sé: "Voglio essere associato a belle citazioni. Il tycoon evita anche di prendere le distanze dal Ku Klux Klan. Alla Cnn che gli chiedeva di condannare David Duke e di affermare esplicitamente di non volere il voto dei suprematisti bianchi, Trump risponde così: "Non so niente su David Duke. Non so quello che mi sta chiedendo sulla supremazia bianca e sui suprematisti bianchi. Mi sta facendo una domanda con la quale dovrei parlare di persone di cui non so nulla".

I repubblicani cercano di fermare Trump

Per l'establishment repubblicano è una corsa contro il tempo: appena due giorni per scongiurare quel risultato che nessuno, nel Gop, avrebbe mai potuto immaginare: la vittoria del tycoon di New York alle primarie. Il partito repubblicano cerca di correre ai ripari - scrive il New York Times - per evitare la conquista della nomination da parte di Trump, vista come un’ipotesi "catastrofica". Secondo alcune indiscrezioni si starebbe lavorando ad un "Piano B" che include la discesa in campo di Mitt Romney nel caso in cui Marco Rubio dovesse perdere in Florida. I lavori dietro le quinte continuano: si cerca un candidato unico su cui puntare, ma la platea resta troppo frammentata con Ted Cruz e Marco Rubio che, neanche unendo i voti sembrano in grado di fermare l’inarrestabile ascesa di Trump.

Gli sforzi finora condotti per unire il partito dietro un unico candidato sono tutti falliti, mostrando "un vuoto nella leadership, un senso di indecisione che paralizza le decisioni e una disperazione" ai vertici del partito.

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