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Ucrainagate, si è dimesso Kurt Volker, inviato speciale Usa a Kiev

Volker esce di scena dopo la diffusione di dettagli circa il suo ruolo di promotore degli incontri tra il legale di Trump e un consigliere di Zelenskyj

Ucrainagate, si è dimesso Kurt Volker, inviato speciale Usa a Kiev

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Kurt Volker, inviato speciale del governo Usa in Ucraina nonché ex ambasciatore di Washington presso la Nato, si è appena dimesso, nel pieno dell’Ucrainagate, lo scandalo relativo alle presunte pressioni esercitate da Trump sul governo di Kiev per indurre quest’ultimo a indagare Joe Biden e il rispettivo figlio.

Il diplomatico di stanza nel Paese ex sovietico, incaricato di condurre a nome degli Usa il negoziato internazionale inteso a mettere fine al conflitto tra le autorità ucraine e i separatisti filorussi, non ha chiarito i motivi della sua decisione. Tuttavia, secondo indiscrezioni riportate dal New York Times, costui avrebbe fatto un passo indietro perché convinto di “non potere svolgere più in maniera efficace” la sua funzione, dati gli sviluppi del presunto scandalo in cui è coinvolta l’amministrazione Trump.

Di recente, il dipartimento di Stato americano aveva tirato in ballo Volker confermando che costui aveva facilitato, nei mesi scorsi, dei contatti tra Rudy Giuliani, avvocato di Trump ed ex sindaco di New York, e Andriy Yermak, stretto collaboratore del presidente della nazione est-europea Volodymyr Zelenskyj. Sarebbe stato, ha chiarito il dicastero in questione, il consigliere del leader ucraino a chiedere all’ex ambasciatore Usa alla Nato di organizzare un incontro tra il primo e il legale del tycoon.

Lo stesso Giuliani, a ridosso delle precisazioni fornite dal dipartimento di Stato circa il ruolo di mediatore svolto da Volker, si è affrettato a fornire, ai microfoni della Cnn, dettagli sui colloqui tra lui e Yermak avvenuti grazie all’operato dell’inviato speciale di Washington a Kiev. Il legale di Trump ha quindi dichiarato che il diplomatico americano in questione lo avrebbe contattato una prima volta il 19 luglio scorso per informarlo della richiesta di incontro avanzata da uno stretto collaboratore del presidente Zelenskyj, Yermak appunto. Giuliani, ad avviso del New York Times, era allora in cerca di informazioni interessanti sul conto dei due Biden e, per ottenerle, aveva più volte provato a mettersi in contatto, senza riuscirsi, con alti funzionari del Paese ex sovietico.

Dopo quella telefonata, l’ex sindaco di New York e il braccio destro del Capo dello Stato ucraino avrebbero avuto almeno due colloqui telefonici, per poi incontrarsi di persona a Madrid agli inizi di agosto di quest’anno. Tutti i particolari delle sue conversazioni con Yermak, ha quindi assicurato il legale di Trump alla Cnn, sarebbero stati condivisi con Volker in persona e con il dipartimento di Stato a stelle e strisce.

Sempre secondo Giuliani, l’allora inviato speciale di Washington a Kiev avrebbe anche avvertito il primo circa il fatto che la telefonata tra il tycoon e Zelenskyj dello scorso 25 luglio, quella in cui l’inquilino della Casa Bianca avrebbe fatto pressioni sul leader ucraino per spingerlo a indagare Biden, era “andata bene”.

Le dimissioni di Volker, annunciate da costui dopo le dichiarazioni ufficiali del dipartimento di Stato sul suo ruolo di promotore degli incontri tra il legale di Trump e Yermak e dopo i dettagli forniti dall’ex sindaco di New York sugli sforzi profusi dallo stesso Volker per fare incontrare i due consiglieri presidenziali, sono state accolte quasi con stupore da Giuliani. Egli si è appunto affrettato a dichiarare che la sua scelta di comunicare ai media Usa quei particolari sul conto del diplomatico a stelle e strisce di lungo corso non era affatto intesa a danneggiare quest’ultimo.

Il dipartimento di Stato, al contrario, non ha ancora dato segni di reazione alla notizia dell’uscita di scena di Volker.

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